Faccio come i salmoni e risalgo il fiume controcorrente. Il fiume è quello delle parole che si stanno facendo in relazione al Festival di Sanremo 2015 (che è un po’ come Berlusconi: tutti lo votavano e nessuno lo diceva; il festival tutti lo guardano ma nessuno lo ammette), la corrente da risalire in controtendenza è quella dell’elogio alla rinuncia al cachet da parte di Emma Marrone.
La cantante salentina avrebbe rinunciato a ben 60.000-70.000 euro di compenso che le sarebbe spettato per ricoprire il ruolo di co-conduttrice della kermesse sanremese. In fondo lei è già fortunata, vive un sogno e quello non è il suo mestiere. Lei al Festival dovrebbe gareggiare, non annunciare gli altri cantanti. “Brava” dicono in tanti. Un gesto nobile. Poi in un momento tanto delicato quanto questo. Bisogna tagliare e fare sacrifici.
E invece no. Male, dico io. Lei è una cantante, non una conduttrice, e oltre al cachet avrebbe dovuto rinunciare anche al ruolo. Perché non è vero che tutti possono fare tutto. Chi canta deve cantare; chi recita deve recitare; chi scrive deve scrivere; chi conduce deve condurre. E così via. È ovvio che la qualità delle produzioni televisive e artistiche è sempre più scadente. Sarebbe ora di spazzare via la convinzione che chiunque possa fare qualsiasi cosa. E la gavetta dove la mettiamo?
Questo non vale solo nel mondo dello spettacolo. La Marrone è un pretesto per dire che non è vero che tutti possono fare i giornalisti, gli scrittori, i social media, i muratori, i falegnami, i medici, i panettieri, i cuochi. I cuochi! Ma avete presente quanti ristoranti aprono e chiudono ogni settimana? E succede perché spesso manca professionalità. Non ci si improvvisa esperti di qualcosa, si diventa esperti di qualcosa leggendo, studiando, praticando, formandosi, facendo gavetta, ecc. E basta!
Scusate lo sfogo.
Twitter: @gioeleurso1
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