I commenti pubblicati su Facebook possono essere perseguiti per legge, a stabilirlo è stata la prima sezione della Corte di Cassazione.
La sentenza è tra quelle destinate a fare storia: secondo la corte i social network devono essere considerati vere e proprie piazze virtuali, un “luogo aperto e accessibile al pubblico” e quindi chi scrive insulti o manca di rispetto a un altro utente può essere perseguito per il reato di molestie, come previsto dall’articolo 660 del codice penale.
La discussione sotto il profilo giuridico nasce nel 2008 quando una donna di Livorno denunciò un uomo che aveva postato commenti poco graditi a una sua fotografia. Il Tribunale in prima grado lo assolse, ma nel 2010 in appello venne condannato. Adesso la Cassazione ha confermato la condanna stabilendo un principio che è destinato a fare giurisprudenza.
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