Perché le persone in treno urlano parlando al telefono?
Gianni se lo chiedeva da parecchio tempo: perché le persone quando sono sul treno urlano parlando al telefono? Quella mattina la sua curiosità era sullo stato d’allerta, davanti a lui un signore stava parlando con la propria amante. Era una scena che si ripeteva puntualmente tutti i giorni: saliva sul treno ansimando perché arrivava al binario all’ultimo minuto e correndo, cercava un posto libero in mezzo alla carrozza, attendeva giusto il tempo di riprendere fiato e afferrava il cellulare per chiamare la nuova fiamma.
Ormai Gianni sapeva tutto di quella coppia clandestina. I due per i pendolari del treno non avevano alcun segreto. Si conosceva la natura del loro rapporto, la scintilla che aveva fatto scoccare l’amore, il tragitto che entrambi percorrevano per recarsi in ufficio, gli orari degli incontri e da quella mattina anche il luogo. Il “fedifrago”, questo era il nomignolo che Gianni aveva piazzato sulle spalle del traditore, quella mattina aveva voluto esagerare.
“Salve, vorrei prenotare una camera per le 14.00” – aveva annunciato il “fedifrago” al telefono parlando con un albergatore di Torino – “Vorrei due accappatoi in camera, non uno. Va bene?” – aveva poi concluso. Gianni era sconcertato, non riusciva a capacitarsi di tutta quella spavalderia nel mettere in piazza una questione tanto delicata quanto un tradimento. E se quella mattina sul treno ci fosse stata un’amica della moglie? Fu così che decise di indagare.
Qualche giorno prima al laboratorio di ricerca dell’UniTecnico di Torino un collega gli aveva svelato i dettagli di un progetto che, a suo avviso, avrebbe cambiato il mondo dell’intelligence militare. La nazione con quel piccolo marchingegno avrebbe potuto dormire sonni tranquilli. A vederlo sembrava un semplicissimo temperino, ma in realtà era un captoregistratore. Si trattava di un cosetto che, tenuto in mano e indirizzato verso la fonte audio d’interesse, era in grado di registrare, analizzare, geolocalizzare e tracciare la provenienza, la natura e l’emotività di un discorso. “Riccardo me lo devi prestare. Si tratta di un semplice esperimento. E poi prendila come una sorta di prova sul campo dell’efficacia della nostra nuova arma di intercettazione di massa” – Gianni aveva tentato in tutti i modi di convincere il suo compagno di laboratorio e dopo qualche giorno di pressing a gamba tesa c’era pure riuscito.
Adesso il “fedifrago” aveva le ore contate. Come sempre salì sul treno di corsa, si piazzò in mezzo alla carrozza, prese fiato, afferrò il telefono e cominciò a chiacchierare. Gianni puntò il captoregistratore nella direzione giusta e cliccò sul tasto caprec e attese per tutta la durata della conversazione. Quando, una volta tornato in ufficio, analizzò il file insieme a Riccardo, il suo collega, scoprì una strabiliante verità.
La cella telefonica che veniva attivata ogni volta che il “fedifrago” telefonava si allacciava con un ripetitore marziano. La donna che era all’altro capo del telefono parlava dalla galassia e ogni secondo di conversazione tra i due corrispondeva a un progressivo avvicinamento dell’amata alla cresta terrestre. I due amanti non erano di questo mondo. Gianni era incredulo. Quella storia di amore e tradimento non era comune come tutte le altre: i protagonisti erano due extraterrestri che cercavano rifugio sul nostro pianeta per consumare ogni giorno un’ora di sesso e passione. Ecco perché poteva permettersi di urlare i fatti propri in mezzo a tante gente pronta ad ascoltarlo sul treno, evidentemente la moglie non aveva amiche sulla terra.
Twitter: @gioeleurso1
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