“Ecco tutti gli sprechi delle troupe Rai” – titolava ieri mattina a pagina 9 il quotidiano La Repubblica parlando del piano di accorpamento dei telegiornali della TV di Stato. E già, perché quando si vuole fare una simil-rivoluzione si butta sempre in pasto all’opinione pubblica il vil denaro. Quel che non ci piace è uno spreco.
È da ieri che mi farfuglia in testa questa dichiarazione del direttore generale della RAI Luigi Gubitosi. Per rafforzare il concetto l’articolo era accompagnato da una fotografia dell’ANSA che riprende una zona mista in cui Matteo Renzi parlava alla stampa dopo il G20 di Brisbane in Austria. Scandalo. Davanti al presidente del Consiglio c’erano i microfoni di Tg1, Tg2, Tg3, Rai News 24 e radio Rai, per un totale di 13 giornalisti mobilitati e 60.000 euro di spesa.
La teoria di Gubitosi è che non fossero necessarie tutte quelle persone per seguire l’evento. In fondo Renzi è uno, il momento è lo stesso, le dichiarazioni sono quelle, i servizi vanno in onda tutti all’interno di un telegiornale: per quale motivo per 5 testate giornalistiche dello stesso gruppo devono essere mobilitati almeno 5 giornalisti?
Partiamo dal curriculum di Gubitosi. Wikipedia ci dice che:
Si laurea a Napoli in giurisprudenza presso l’Università Federico II. Ha anche studiato alla London School of Economics and Political Science e conseguito un master in Business Administration all’INSEAD di Fontainebleau.
Gubitosi è stato amministratore Delegato di WIND Telecomunicazioni fino al 27 aprile 2011. Dal 1986 al luglio 2005 ha ricoperto diversi incarichi nel Gruppo Fiat: Chief Financial Officer, VP e Responsabile Tesoreria di Gruppo; è stato Presidente del Consiglio di amministrazione di Fiat Partecipazioni e membro del Consiglio di amministrazione di Fiat Auto, Ferrari, CNH, Iveco, Itedi, Comau e Magneti Marelli. È stato membro del Consiglio di amministrazione di Cometa, fondo pensione dei metalmeccanici, e membro del Comitato organizzatore delle Olimpiadi degli scacchi svoltesi a Torino nel 2006. Il 30 novembre 2011 viene designato country manager e responsabile del corporate investment banking della Bank of America per l’Italia, ruolo che ricopre in maniera ufficiale dal 1º dicembre 2011. Insegna Finanza Aziendale Avanzato presso l’Università LUISS Guido Carli dove ha insegnato anche Strategie d’Impresa.
In poche parole Gubitosi non è il più grande esperto italiano di giornalismo e quindi non può comprendere che 5 giornalisti per 5 testate differenti sono necessari perché garantiscono quella mediazione necessaria che il giornalista mette in atto tra chi comunica e chi deve ricevere la comunicazione nel rispetto della linea editoriale.
Gubitosi non prende in considerazione che 5 giornalisti possono fare 5 domande differenti; non tiene conto che un servizio realizzato per un Tg è differente dal servizio che dovrà essere fatto per un canale All News o per una radio. E poi Gubitosi non tiene conto della questione principale: la politica.
È troppo facile gonfiarsi la bocca parlando delle newsroom all’inglese come nel caso della BBC, o come a France Télévision, o come alla tedesca Ard. Gubitosi dovrebbe sapere che in Italia non vi è direttore di Tg Rai senza il via libera dello schieramento politico di riferimento. Quindi il confronto non regge.
Fare una riforma della RAI probabilmente è necessario, ma farla così non ha alcun senso. Io da telespettatore decido di guardare un determinato telegiornale perché in quello spazio trovo quel qualcosa in più che mi interessa. Il piano di Gubitosi in qualche modo svilisce il ruolo del giornalista perché non riconosce la sua funzione di mediatore, di investigatore, della notizia. Cercare di farla passare tra l’opinione pubblica come un atto contro gli sprechi è una truffa furbesca.
Twitter: @gioeleurso1
SE VUOI LEGGERE IL MIO ROMANZO SUICIDIO CULINARIO CLICCA QUI E SCARICALO GRATUITAMENTE
1 commento su “L’accorpamento dei Tg Rai e la truffa furbesca della lotta agli sprechi”