Più di una semplice partita…

Più di una semplice partita. Milan-Juve (o Juve-Milan) non è solo lo scontro tra ventidue giocatori che giocano a pallone, ma è il confronto tra le due società che hanno reso il calcio italiano temuto e rispettato nel mondo.

Per me, tifoso rossonero che vive a Torino, da sempre vale più di un derby contro l’Inter e spesso è stata il simbolo della rinascita del diavolo. Così è stato nel 2003 quando qualcuno pensava che il Milan fosse arrivato a giocarsi le semifinali di Champions contro l’Inter quasi per caso; nulla all’epoca fu un caso perché quella squadra battendo poi la Juventus in finale riuscì ad aprire un ciclo che la portò a giocarsi altre due finali di Coppa dei Campioni (come si chiamava una volta) nei quattro anni successivi.

Così è stato il 25 febbraio del 2012 quando la Juventus riuscì a fermare il Milan a San Siro grazie anche a un’enorme svista dell’arbitro Tagliavento che non convalidò un gol nettissimo di Muntari. Il Milan quell’anno non vinse il suo secondo scudetto in due stagioni; la Juve vinse il primo dei nove consecutivi. Al termine di quella stagione, dopo una partita a San Siro contro il Novara, un’altra piemontese, salutarono il Milan tutte le bandiere di quell’epoca meravigliosa: Alessandro Nesta, Filippo Inzaghi, Clarence Seedorf, Gennaro Gattuso, Gianluca Zambrotta e Mark Van Bommel. Thiago Silva e Zlatan Ibrahimovic vennero venduti al PSG. Un’altra bandiera tradì l’anno precedente.

Così è stato pochi mesi fa quando il Milan riuscì a battere in rimonta la Juventus per 4-2 a San Siro. Fu quello il primo segnale che in casa rossonera qualcosa stava cambiando, che il Milan stava lentamente uscendo dal tunnel dentro il quale si era perso otto anni prima. Il diavolo da quel giorno ha perso una sola partita, ma ha rischiato di perderne qualcuna in più. La squadra ha acquisito una personalità propria e una coesione invidiabile, però non ha vinto ancora nulla e ci vorrà ancora tempo prima di poter vedere il capitano rossonero sollevare una coppa.

Il Milan-Juve di questa sera è importante e il Milan deve fare di tutto per vincerlo perché quando si è primi in classifica si deve lottare con il coltello tra i denti per difendere il primato, ma se dovesse perdere non ci sarà alcun dramma. Il Milan-Juve che ha cambiato la storia di questa squadra non è quello che si deve giocare, ma quello che abbiamo vinto l’anno scorso. La gara di questa sera è solo un passaggio, fondamentale, del percorso di crescita che porterà il Milan, magari non questa stagione ma presto, a vincere.

Con coraggio, con determinazione e con consapevolezza i ragazzi scendano in campo per lottare e fare del loro meglio. Come sanno fare loro, fino all’ultimo istante onorino questa gloriosa maglia.

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Calma&Karma la trama

Torino, il cadavere di una ragazza di colore viene trovato sulle sponde del fiume Po. Il responsabile dell’indagine è il commissario Riccardo Montelupo, un poliziotto sui generis ma integerrimo e amatissimo dai suoi collaboratori. La scarsità di indizi e un muro di omertà rende complicato dipanare la matassa che si cela dietro questo omicidio, fino a che una fuga di notizie e la decisione di un cronista di pubblicare le immagini del cadavere martoriato daranno un’improvvisa accelerata alle indagini. In una Torino multietnica e postindustriale, in cui sfruttati e sfruttatori non sono sempre così distinguibili, si snoda una vicenda che metterà a dura prova il commissario Montelupo facendo vacillare anche alcune sue certezze.

Chi è Gioele Urso

Giornalista torinese, si occupa anche di social network e nuovi media. Dal 2002 opera in ambito radio-televisivo e digitale. Nel 2008 ha pubblicato la raccolta di racconti “Barlo”, nel 2018 ha pubblicato un romanzo noir dal titolo “Le colpe del nero” (Edizioni del Capricorno) e nel novembre 2020 ha pubblicato il romanzo noir “Calma&Karma” (Golem Edizioni). Come autore ha partecipato al Torino Film Festival con il cortometraggio “Falling Up” e al Piemonte Movie con il cortometraggio “Ezechiele 25, 17 – Chapter 8: Trashomon”.

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