
Ventinove settembre 1936 e 29 settembre 1951. Quindici anni di distanza e due destini in comune. Da una parte Silvio Berlusconi: il cavaliere, il Premier, il Presidente (del Milan, del Consiglio), l’imprenditore, l’utilizzatore finale, l’unto dal signore, la vittima dei PM, ecc; dall’altra Pier Luigi Bersani, un uomo dalla biografia meno interessante, un signore più silenzioso, un segretario buffo, un tizio qualunque, ma con un sorriso coinvolgente (quando guardo la copertina di Crozza e Bersani è in studio, mi fa più ridere il segretario che sghignazza del comico Genovese).
Questa mattina mi sono svegliato ed ho pensato: ecco cosa non mi convinceva dei post-comunisti, sarà solo una data, ma non potrà mica essere solo una coincidenza.
Oggi il cavaliere compie 75 anni e forse sarebbe il caso di farsi da parte. Berlusconi ha pochi meriti. Per questo paese non ha fatto molto, se non un numero eccessivo di promesse. Bersani oggi compie 60 anni e forse anche lui dovrebbe farsi da parte per un leader più giovane, ma con più senno di Veltroni. Bersani ha qualche merito. Per questo paese qualcosina ha fatto, o forse avrebbe voluto fare di più: poche promesse e qualche fatto a partire da quelle privatizzazioni che oggi scopriamo che la stessa Banca Centrale Europea aveva richiesto.
Ricordo le critiche che ai tempi del governo Prodi furono fatte a Bersani. Non ricorderò mai le scuse e le fustigazioni in piazza per essere stati tanto stupidi da non capire che se l’Italia va a picco, rimaniamo in mutande tutti quanti.
“Cari compagni e care compagne”, così aveva iniziato il suo discorso di presentazione alle primarie del PD il segretario Bersani. Di quelle compagne e di quei compagni poi pochi furono coinvolti, ma soprattutto pochi degli elettori ai quali si riferivano iniziarono a votare Pd perché non basta una parola, ma ci vuole una presa di posizione forte.
Mi sforzo di cercare un punto in comune tra Bersani e Berlusconi e non lo trovo. Uno è un povero arricchito, l’altro è un uomo semplice (anch’esso con i soldi si intenda). Forse tutti e due hanno il difetto di aver disatteso le aspettative.