“Distacco”, un racconto di Dayla venturi
La porta si chiuse con un rumore di gomma compressa, i finestrini vibrarono, mentre il 54 partiva dietro di lei con uno sbuffo canzonatorio di esalazioni senza piombo in risposta al suo mugugno. Figurati se l’autista, mingherlino con la camicia ancora in piega nonostante fosse pomeriggio inoltrato, si era degnato di aiutarla con la valigia. Non era sua competenza. Continua a leggere “Distacco”, un racconto di Dayla Venturi