Un imputato può essere protagonista di un processo del quale non conosce l’accusa che gli viene contestata e chi lo accusa? Secondo Franz Kafka può succedere. Questa in sintesi è la storia de “Il Processo“ il romanzo incompiuto dello scrittore austro-ungarico che venne pubblicato per la prima volta nel 1925, otto anni dopo l’ultima stesura.
“Il Processo” viene scritto tra il 1914 e il 1915, ma è solo nel 1917 che assume la forma che conosciamo oggi. È un testo disarmante e angosciante, in pieno stile kafkiano. Viene narrata una situazione paradossale che viene accettata come status quo e che implica l’impossibilità di qualunque reazione tanto sul piano pratico quanto su quello psicologico.
Al protagonista, Josef K., procuratore presso un istituto bancario, una mattina viene notificato un procedimento giudiziario a suo carico, ma non gli viene detto cosa gli viene contestato e chi lo accusa. Da quel momento lui dovrà cercare di affrontare il processo in piena solitudine, in un contesto, quello del Tribunale, composto da giudici corruttibili e impiegati burocratizzati.
Ben presto scoprirà che nulla potrà fare per cambiare la sua posizione davanti al Tribunale e che ogni cosa cercherà di fare andrà a scontrarsi con l’illogico paradosso della prassi giudiziaria che lo giudica.
Di questo romanzo è stato anche realizzato un film diretto da Orson Welles e interpretato da Anthony Perkins e dallo stesso Welles.
Twitter: @gioeleurso1
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