Li definiscono Google Journalists e sono quegli esperti della comunicazione che invece di verificare attentamente le fonti che utilizzano, si limitano alle ricerche su internet sul noto motore di ricerca. Non si tratta solamente di blogger o giornalisti alle prime armi, ma anche di veri e propri professionisti che lavorano per testate anche di livello internazionale.
A certificare in qualche modo il fenomeno è stato uno studente di sociologia ed economia alla University College di Dublino nel 2009, il suo nome è Shane Fitzgerald. L‘universitario ha dimostrato come sia facile condizionare il mondo dell’informazione con false notizie. A raccontare la storia è stato il quotidiano Irish Times.
Il 29 marzo del 2009 moriva il compositore francese Maurice Jarre e Shane Fitzgerald decide di mettere in atto un piccolo esperimento. Accende il suo portatile e scrive su Wikipedia una citazione del musicista totalmente inventata da lui: “Si potrebbe dire che la mia stessa vita è stata la colonna sonora di un film. La musica è la mia vita, la musica mi ha dato la vita, la musica continuerà a parlare di me anche quando non ci sarò più. Quando morirò, sarà un ultimo valzer, che però io potrò soltanto ascoltare“. Una dichiarazione perfetta, romantica e pragmatica, adatta per colorare un articolo di celebrazione di un artista scomparso.
Ad abboccare all’amo di Fitzgerald sono i pesci grossi, The Guardian, The Indipendent, la BBC, alcuni giornali indiani e australiani. Il giovane, dopo aver spedito una mail alle redazioni dei giornali rivelando la verità, ha poi dichiarato: “Non mi aspettavo che ci cascassero anche giornalisti di professione e giornali così prestigiosi. Pensavo di pescare soltanto autori di blog e siti amatoriali“.
Twitter: @gioeleurso1
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