Metti caso che sei su un volo diretto verso il Cairo e a un certo punto uno dei passeggeri si alza, comincia a urlare, prende in ostaggio una delle hostess e poi dirotta l’aereo verso Cipro. Metti poi che il dirottatore decida di liberare quasi tutti gli ostaggio tranne quattro e metti infine che tu sei uno di quei quattro che sono costretti a rimanere a bordo dell’aereo con quell’individuo che all’altezza della vita è cinto da una fascia che minaccia essere piena di esplosivo. Ecco, una volta messe insieme tutte queste possibilità, tu cosa faresti se arrivassi a un palmo da quell’uomo?
Non tutti avremmo la stessa reazione. Molti scenderebbero dall’aereo testa bassa e nervi tesi; tutti ma non Ben Innes che è l’uomo a sinistra in questa foto.
Ventiseienne, britannico, ostaggio di Seifedeen Mustafa (l’uomo che ieri ha dirottato l’EgyptAir dal Cairo a Cipro), Innes prima di scendere ha voluto farsi scattare una foto in compagnia del criminale.
In posa e sorridente, è fermo al fianco di quello che per almeno sei ore è stato il suo aguzzino. Aguzzino che dallo sguardo sembrerebbe incredulo e divertito, oltre che fintamente carico di esplosivo.
Innes ha dichiarato qualche ora dopo di non essere sicuro dei motivi che l’hanno indotto a fare questa scemenza e di essere stato spinto dal tentativo di rimanere allegro davanti alle avversità gettando al vento la prudenza. Ha anche detto che nel caso in cui la bomba fosse stata vera non avrebbe avuto nulla da perdere, mentre nel caso contrario avrebbe avuto l’occasione di vedere da vicino lo sguardo del dirottatore.
Una foto che in men che non si dica ha fatto il giro del web! Sono attese le interpretazioni dei sociologi e degli psicanalisti in relazione a un gesto che a me pare una emerita cretinata probabilmente frutto di una società che sta andando in una direzione che prevede la condivisione di ogni cosa anche a costo di mettere in pericolo la propria vita. Innes non sapeva che Seifedeen Mustafa non fosse carico di esplosivo, ma sapeva che voleva quella foto!
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