La rivoluzione di Twitter: basta sponsorizzazioni politiche

Twitter ha sganciato una bomba atomica sul mondo dei social e su quello della politica, e ha fatto molto bene. L’annuncio, ovviamente con un tweet, da parte dell’amministratore delegato del social, Jack Dorsey, è arrivato nel tardo pomeriggio di mercoledì 30 ottobre: Twitter non accetterà più sponsorizzazioni di carattere politico. 

Abbiamo preso la decisione di interrompere tutta la pubblicità politica su Twitter a livello globale. Riteniamo che la portata del messaggio politico debba essere guadagnata, non acquistata. Perché? Alcuni motivi …

Una notizia che arriva in un momento in cui molti sembrano essere più attenti alle spese della nostra classe politica sui social. Il sito Money.it ha pubblicato nei giorni scorsi la classifica di quanto hanno speso i nostri politici di inserzioni su Facebook

Matteo Salvini, il leader della Lega, dal 25 marzo a oggi ha speso oltre 160.000 euro (17.000 solo negli ultimi 7 giorni), nello stesso partito il Partito Democratico ne ha spesi 147.000, Renzi 64.000, il Movimento 5 Stelle 50.000.

Dati che la dicono lunga. La prima cosa che dicono è che la Lega non esiste senza il suo leader. Discorso inverso per il PD e per il Movimento 5 Stelle che fondano la loro comunicazione sulla ditta e non sul leader. Renzi invece è il marchio di fabbrica del suo movimento, ma in fondo era così anche quando era segretario del Partito Democratico.

Jack Dorsey annunciando la decisione di vietare le sponsorizzazioni in ambito politico ha detto una cosa semplice e molto chiara: in politica le idee devono essere in grado di trovare consenso e non devono trovare consenso grazie alla propria capacità di spesa. Parole sacrosante, anche perché i post sponsorizzati vengono subiti dagli utenti, non vengono scelti.

Inoltre, la mossa di Twitter, può essere letta anche come un’azione di contrasto alle fake news. Questo però è un problema grosso. Leggete tra le righe: “noi siamo costretti a non sponsorizzare i post politici per evitare il diffondersi delle fake news perché i politici condividono notizie false, o perlomeno strumentali”. Io credo che questo sia il principale dei problemi. 

Ultima considerazione. Avete notato? In questo post parlo della decisione di Twitter di togliere le sponsorizzazioni politiche, ma riporto le cifre di facebook. Il commento che qualcuno di voi farà è semplice e giustificato: facile tagliare quando il tuo business non è così forte. In fondo il leader in questo settore è Facebook, però la mossa di Twitter (che è una bomba atomica) avrà ripercussioni anche sui piani aziendali di Mark Zuckerberg. Siatene certi.

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