Qualcuno dica a Grillo che Benigni sulla mafia stava scherzando

La mafia non esiste o almeno è una macchietta caricaturale. Era più o meno questo il mezzo che Roberto Benigni nel film Johnny Stecchino cercava di usare per comunicare ad un vasto pubblico tutto italiano che la criminalità organizzata si può anche sconfiggere. Il film arrivava nei cinema un anno prima della strage di Capaci e dell’attentato successivo a Borsellino. Ieri a Palermo Beppe Grillo ha lanciato un messaggio tutto suo: “La mafia non ha mai strangolato le proprie vittime, i propri clienti, si limita a prendere il pizzo. Ma qua vediamo un’altra mafia che strangola la propria vittima”.Caro Beppe,

per rispetto delle persone che la mafia ha ucciso la prossima volta ti conviene stare zitto, un punto percentuale in più in una tornata elettorale non è abbastanza per infangare la memoria di una regione e di un Paese che ha sofferto le stragi della criminalità organizzata.

Probabilmente tu non hai mai sentito parlare dei bambini ucciso dalla follia mafiosa che sono stati immersi nell’acido. Queste non sono battute, ma la cruda realtà.

Probabilmente non hai neppure sentito parlare di quei familiari di mafiosi pentiti che hanno rischiato o rischiano la vita ogni giorno e di quei testimoni che per paura sono arrivati anche al punto di uccidersi.

Non hai senti parlare di Peppino Impastato o di Don Puglisi? Questi sono esempi di lotta civile, non quelli che cerchi di portare tu estremizzando gli argomenti ed esasperando il dibattito pubblico.

Caro Beppe, ti volevo informare che quando Benigni diceva che il problema della Sicilia era il traffico e non la mafia, stava scherzando. Oggi smentirai, dirai che ti vogliono infangare, ecc.. un consiglio: sii più umile e impara che quando ci si prende la responsabilità di parlare alle masse, si devono misurare le parole che, anche se in Italia sempre meno, continuano ad avere un significato.

Johnny Stecchino

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