Se Tim Cook, il numero uno di Apple, vola a Pechino per incontrare il vicepremier cinese e discutere degli attacchi hacker al servizio iCloud vuol dire che la cosa si sta facendo seria per davvero.
Le prime indiscrezioni sulla notizie sono trapelate ieri quando il gruppo Greatfire.com ha denunciato l’attacco informatico ai danni della Apple e si è sbilanciato nell’accusare il governo cinese quale mandante del sabotaggio. Il tempo di reazione di Apple è stato fulmineo e sin da subito ha fatto sapere di essere a conoscenza degli attacchi subiti e di aver preso la cosa “molto seriamente”.
L’attacco rilevato, come spiega l’agenzia di stampa ANSA, è del tipo ‘man in the middle’, con gli hacker che frappongono un loro sito web tra l’utente e il server. In sostanza viene creato un sito falso ma identico alla pagina Apple per l’accesso al servizio iCloud, su cui gli utenti vengono dirottati. Quando si inseriscono utenza e password, queste vengono rubate, dando ai malintenzionati libero accesso a un numero ingente di documenti, dagli sms alle foto, ai contatti.
Da Cupertino fanno sapere che il servizio dunque è stato violato da hacker che potrebbero essersi impossessati di username, password e altri dati personali di migliaia di utenti cinesi. Secondo il Wall Street Journal l’incontro tra Tim Cook e il vicepremier cinese sarebbe già avvenuto, ma nulla si sa del contenuto. Da tempo però Washington e Pechino si scambiano reciproche accuse di cyberspionaggio. Le autorità cinesi non hanno mai nascosto la loro ostilità verso i prodotti della casa di Cupertino visti come uno strumento attraverso cui gli americani possono fare azione di spionaggio. Anche perchè iPhone e iPad godono di un certo successo soprattutto all’interno dell’elite politica ed imprenditoriale cinese.
Twitter: @gioeleurso1
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