Dal “partito della nazione” al “quotidiano della nazione” e questa volta qualcuno che si potrebbe rivoltare nella tomba ci sarebbe pure, un certo Antonio Gramsci ovvero il fondatore de l’Unità.
È uscito allo scoperto ieri l’editore che avrebbe raggiunto un accordo con il Partito Democratico per l’acquisizione del celebre quotidiano di sinistra. È Guido Veneziani editore di riviste come Stop, Vero, Rakam e Miracoli. Uno che il suo mestiere saprebbe farlo e anche bene perché il compito di un editore è quello di vendere e se è riuscito a mandare in edicola un settimanale che tira 60.000 copie e parla esclusivamente di Miracoli evidentemente sa come muoversi.
Alcuni dubbi comunque rimangono, in primis quella relativa al mantenimento dei livelli occupazionali. Al Corriere della Sera, Veneziani ha dichiarato: “Non credo che pagheremo 30 milioni di debiti, ma ci assumeremo il nostro compito in modo importante. È prematuro parlare di organico, ma sarà più snello“. L’Unità occupa 56 giornalisti e il PD durante una eventuale trattativa di cessione del quotidiano dovrebbe esigere il mantenimento dei posti di lavoro o, comunque, forme di tutela per i dipendenti.
Altri dubbi sorgono invece sul futuro taglio editoriale del quotidiano fondato da Gramsci. Veneziani è noto per essere l’editore di Vero, una rivista più scandalistica che altro. Lui a chi insinua il dubbio che potrebbe abbattere il livello editoriale del giornale risponde: “Mi si offende se si parla di gossip. Vero è una rivista familiare, di intrattenimento e approfondimento, con firme importanti. Poi, certo, la Clerici la mettiamo in copertina perché vende. Voglio fare un giornale popolare, nell’accezione positiva del termine. Non sarà il Sun, naturalmente: per intenderci, non ci saranno le donne nude. Certo, se becchiamo la fidanzata di Berlusconi nuda la pubblichiamo“.
In ogni caso poche storie, Veneziani ha fiutato l’affare e vuole assumere il controllo di quella che potrebbe diventare una vera e propria macchina da soldi. Con un PD al 40% e con Matteo Renzi campione di comunicazione e titolista di natura il “quotidiano della nazione” potrebbe diventare realtà, ovviamente a spese della qualità dell’informazione. “Voglio l’Unità perché credo che sia un affare. Da rilanciare con le opportune operazioni di marketing, d’accordo. Ma con un marchio ancora forte e un bacino di lettori veramente ampio. Specie adesso, con il segretario del Pd che è il primo ministro e un comunicatore perfino più efficace di Berlusconi” – lo dice lo stesso Veneziani.
Twitter: @gioeleurso1
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