Le aziende non fanno mai nulla per caso, soprattutto quando si parla di comunicare al pubblico su temi tanto delicati e discussi; un principio che vale anche nel caso della discussione sulle Unioni Civili! Un messaggio sbagliato può significare perdere una fetta di mercato importante, cosa rappresentano dunque le nette prese di posizione di alcuni marchi tanto importanti? Proviamo a riflettere.
Vi ricordate il caso Barilla? Eravamo alla fine del 2013 e Guido Barilla dichiarò: «Mai uno spot con famiglie gay, se a qualcuno non va mangi un’altra pasta». Sui social network scoppiò una protesta talmente forte che costrinse il presidente della multinazionale di Parma a chiedere scusa e a fare marcia indietro.
Da quel giorno tutte le aziende sono state costrette a fare i conti anche con l’opinione pubblica che si forma sui social network. Una dichiarazione, una grafica o un semplice post può far perdere o acquisire consensi e reputazione sul web. È il caso di Ceres che con la sua dissacrante comunicazione social ha conquistato utenti e clienti.
È per questo motivo che è interessante comprendere il comportamento delle aziende che operano in Italia in relazione al dibattito sulle Unioni Civili.
Ceres si è inserita nel dibattito dopo la scelta del Governatore della Lombardia di illuminare il Pirellone con la scritta Family Day:
Ikea si è schierata apertamente contro il Family Day:
Anche Coop ha voluto far passare il proprio messaggio:
E tornando alla pasta, anche Garofalo ha voluto dire la sua:
Messaggi chiari e ben schierati! Cosa può voler dire questo? Che le aziende in questione, oltre ad avere un’identità civile ben distinta, hanno la consapevolezza che una comunicazione del genere non creerà loro un danno di immagine e soprattutto di mercato. Ciò potrebbe voler dire che sono sanno che una buona fetta del Paese la pensa in questo modo. Le aziende non fanno mai nulla per caso e si muovono solo dopo attente indagini di mercato.
E voi che ne pensate? Potrebbe essere una valida chiave di lettura questa?
È importante che tu condivida questo articolo e qui ti spiego il motivo!
Seguimi su Twitter: @gioeleurso1
Metti “mi piace” sulla Pagina Facebook: Tempesta di Cervelli
Iscriviti al Gruppo Facebook: Social Media News
SE VUOI LEGGERE IL MIO ROMANZO SUICIDIO CULINARIO CLICCA QUI E SCARICALO GRATUITAMENTE
1 commento su “Perché Ikea, Coop e Ceres si schierano a favore delle Unioni Civili?”