Pokemon Go e la privacy: il gioco ha pieno accesso ai vostri dati Google

Mia nonna mi diceva: «Se non assaggi le lumache come fai a dire che non ti piaccio?». Un giorno decisi di assaggiare le lumache e mangiai l’unica che non aveva spurgato bene, fu così che ebbia la prova che le lumache non mi piacevano veramente. Un po’ allo stesso modo è andata con Pokemon Go!

Domenica, incuriosito dall’esaltante reazione di alcuni miei amici, ho deciso di scaricare l’app che ha conquistato il mondo; sono passati un paio di giorni e posso dire che non mi ha ancora conquistato. Però ho da fare alcune considerazioni.

Cominciamo dallo snobismo di molti. Una mia carissima amica per esempio su WhatsApp mi ha scritto: «Farò finta che giocare a Pokemon Go dopo i 30 anni sia assolutamente normale». Io credo semplicemente che questa sia la conseguenza della società che ci circonda. Non è vera neppure l’equazione che vorrebbe ridurre tutti coloro che giocano a quel videogioco a dei poveri sfigati che non pensano alle donne e nemmeno alla letteratura. Semplicemente riescono a fare più cose contemporaneamente o almeno questo è il mio auspicio.

Passiamo alla questione Privacy! Mi auguro che tutti quelli che hanno scaricato Pokemon Go da adesso in avanti non si lamentino mai più della mancanza di privacy. Quando vi registrate al videogioco vi viene chiesto se accedere con il vostro accaount di Gmail, ecco Pokemon Go ottiene così pieno accesso al vostro profilo e come spiega Google avrà totale libertà a consultare i vostri dati: mail, foto, cronologia dei luoghi di Maps, documenti che avete sul cloud e anche mandare mail per conto vostro. La Stampa lo spiega bene in questo articolo.

Andiamo avanti? Avete presente quanti dati state regalando al proprietario del gioco? Geolocalizzazione, mappatura dei luoghi, frequenza di presenza sui luoghi, dati personali e via dicendo. Non dico che non dovete farlo, ognuno della propria privacy fa quello che vuole, ma dico che al prossimo che mi annoia condividendo post su facebook che vietano al social di fare qualcosa gli stacco la connessione.

Detto ciò non giudico chi si è licenziato per andare a caccia di Pokemon, ma giudico chi ha creato ingorghi per catturarne uno tanto raro. Il problema non è lo strumento, in questo caso il gioco, ma chi lo utilizza male!

È importante che tu condivida questo articolo e qui ti spiego il motivo!

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