Una lettura piacevole che, tenendo sullo sfondo la partita del secolo, racconta le vicende personali di alcuni dei protagonisti di quei 120 minuti di calcio.
Non solo però, perché traccia anche i contorni di una parte della società torinese dell’epoca fatta da operai, napuli e famiglie che dovevano arrivare a fine mese.
Tre sono i salti nel passato che mi ha fatto fare, che sono anche tre oggetti nitidi ed evocativi: le penne Carioca montate in casa dalle famiglie torinesi, l’antenna con il baffo da mettere sulla TV e le pattine rettangolari all’ingresso di casa.
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