È stato il Salone di Nicola Lagioia, ma lo è da sette anni. È l’artefice di un capolavoro. Ha preso in consegna una manifestazione a pezzi – che qualcuno voleva portare via da Torino – e l’ha trasformata in un successo da 215.000 spettatori. Tanti. Tantissimi. Forse troppi per il Salone che abbiamo conosciuto fino a oggi.
Se volete qui potete vedere il servizio video che ho realizzato per Torino Today.
Da domani probabilmente si dovrà studiare una nuova formula perché come ha detto Silvio Viale, si passa al livello successivo. Il Salone dopo 35 edizioni deve diventare un evento maturo e per farlo ha bisogno che Città e Regione si mettano completamente a disposizione.
Chi succede a Lagioia avrà un bel compito da realizzare. Non vorrei essere nei panni di Annalena Benini che dovrà garantire l’indipendenza di questa manifestazione che prima di tutto è un grande evento culturale. La politica rimanga fuori, ha già i suoi spazi.
Un’ultima considerazione e una speranza: come leggevo in questi giorni dal Salone guadagnano tutti tranne gli autori, dall’anno prossimo magari si discuta della condizione degli autori in Italia.
Chi sono? Mi chiamo Gioele Urso e sono un giornalista e autore torinese. Da giornalista mi occupo di politica, sindacale, manifestazioni di piazza, problemi di quartiere e più in generale di storie. Come autore ho pubblicato tre libri noir: ‘Le colpe del nero‘ nel 2018, ‘Calma&Karma‘ nel 2020 e ‘L’assassino dei pupazzi‘ nel 2022. Se vuoi puoi ascoltare i miei audio racconti su Spotify.