La vendita di quotidiani in edicola è in netto calo. Se è vero che nell’ultimo anno Il Corriere della Sera, La Stampa, La Repubblica e Il Sole 24 Ore hanno venduto un totale di 729.532 copie, è altrettanto vero che le quattro principali testate italiane hanno registrato una flessione delle vendite di 111.840 unità. I dati sono di ADS (Accertamenti Diffusione Stampa).
Meno vendite, uguale meno lettori? No, perché sul digitale le stesse quattro testate hanno venduto un totale di 390.400 copie. La Stampa negli ultimi dodici mesi ha avuto una crescita percentuale sul digitale del 281,5%, passando dalle 8.207 copie del gennaio 2014 alle 31.300 del gennaio 2015. Sul digitale crescono anche La Repubblica e Il Sole 24 Ore.
Negli Stati Uniti se ne sono già accorti, in Italia se ne renderanno conto quando l’impresa editoriale andrà definitivamente in crisi e le storiche testate saranno costrette a chiudere o a intensificare i processi di fusione che in alcuni casi abbiamo già visto.
Secondo il sito “Politico” nelle scorse settimane il direttore del “New York Times”, Dean Baquet, avrebbe informato i capi delle sue redazioni che non vuole più ricevere proposte di articoli da mettere in prima pagina, ma proposte per pezzi da mettere in cima alle piattaforme digitali. Tutto questo con la conseguente riorganizzazione del lavoro redazionale. L’82% degli americani infatti leggerebbe le notizie su computer e il 54% su smartphone o tablet.
L’era della carta è finita? I tempi della notizia sono cambiati e i quotidiani per sopravvivere devono offrire prodotti editoriali differenti, ma non basta perché ormai non è più neppure sufficiente pubblicare le notizie nude e crude sui siti internet. I social stanno modificando l’informazione. Oggi su facebook, piattaforma sulla quale viaggiano un buon numero di notizie e che crea un buon traffico per i siti di news, gli utenti vogliono i video. I gruppi editoriali italiani sono pronti per la rivoluzione dell’informazione digitale?
Secondo me l’Italia è ancora indietro. Due i problemi principali: la mentalità e la qualità. La mentalità è vecchia, gli editori pensano che il digitale non portando ancora grossi guadagni non sia un cavallo da cavalcare. Sbagliato. La qualità dei servizi offerti sul digitale è ancora troppo bassa sia a livello di produzioni per il web, sia a livello di concezione di prodotti ideati per il web.
Twitter: @gioeleurso1
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