Era il 1972 quando per la prima volta Stephen King pensò di scrivere un romanzo sull’assassinio del presidente degli Stati Uniti d’America John Fitzgerald Kennedy. Quel progetto andò in porto 39 anni dopo, nel 2011, quando è stato pubblicato 22/11/1963, uno dei migliori romanzi di uno degli scrittori più letti al mondo.
Una buca, una bolla, un pretesto per essere catapultati in un passato lontano 53 anni. Jake Epping, il protagonista del libro, è un professore alle prese con un divorzio da un’ex moglie alcolista (il vizietto di alzare il gomito torna sempre nei libri di King) e con una vita che non lo soddisfa per nulla. Forse è per questo che quando il suo amico Al Templeton gli mostra la buca del coniglio lui non si tira indietro e accetta di fare un salto negli Stati Uniti del 1958. Obiettivo della spedizione? Salvare Kennedy dallo storico attentato che lo ucciderà e che condizionerà inevitabilmente la storia mondiale degli anni successivi.
In questo libro non mancano i giudizi personali dello scrittore: su quello che a suo avviso fosse Dallas nel 1963 (e che in parte è ancora oggi); sul razzismo degli USA dell’epoca; sull’operato di Obama; sulla speranza di avere Hillary Clinton quale primo presidente donna degli USA.
Quello che leggerete sarà un libro completo. Lo spunto narrativo è semplice, ma la capillarità psicologica dell’intreccio è ricco di complessità: saresti in grado di prenderti sulle spalle il carico di cambiare la storia? Cosa faresti se fossi catapultato in un mondo che conosci solo sui libri di testo? Riusciresti a mettere da parte te stesso per il bene di tutti gli altri?
Anche in 22/11/1963 Stephen King si diverte a giocare con i suoi libri. In quest’opera il protagonista torna a Derry, la città di IT, e incontra i bambini che sono riusciti a salvarla dal male. Un ultimo appunto per gli aspiranti scrittori: leggere un romanzo di King è utile perché lui non è un egoista e in ogni libro ci spiega un pezzo del mestiere del narratore. Nella postfazione di questa opera ci presenta i suoi collaboratori e ci descrive tutta l’immensa mole di lavoro che insieme hanno fatto per rendere credibile e preciso il contesto narrativo del romanzo. La vicenda è strettamente collegata alla storia reale e dunque il metodo di ricerca e ricomposizione delle ambientazioni è stato evidentemente complesso.
Nella mia personalissima classifica dei migliori libri di Stephen King, questo, si posiziona al terzo posto dopo Misery e Shining.
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