Ecco come Facebook e Twitter hanno aiutato il mondo del giornalismo

Troppo spesso si guarda la medaglia esclusivamente dalla parte in cui è rovinata e si ignora l’altra, quella lucida e intatta nella sua bellezza. È così anche per la discussione, ormai interminabile, che vede contrapposti i social network al mondo dell’informazione. Facebook e Twitter in qualche modo però hanno aiutato il mondo del giornalismo e provo a spiegarvi perché!

È vero che i social network hanno contribuito al diffondersi di siti di informazione farlocca e all’esplosione del sensazionalismo nel giornalismo, ma se ci fermassimo davanti a questa evidenza commetteremmo un tragico errore: continueremmo a guardare la medaglia solo dalla parte in cui è incrostata dalla sporcizia.

L’altra faccia della medaglia, quella che luccica, ci racconta dei social network come di uno strumento utile ad accorciare le distanze tra soggetti. Un cittadino può interagire con un amministratore pubblico; un cliente con un’azienda; un giornalista con il proprio contatto. In che senso?

Durante la puntata de Le Iene di ieri sera è andato in onda un interessante servizio di Matteo Viviani; ci ha raccontato una storia toccante che potete rivedere qui. Viviani per realizzare il suo servizio deve spostarsi dalla Campania fino in Ucraina per parlare con l’ambasciatore italiano. Una volta avrebbe dovuto prendere contatti, magari inviare una richiesta scritta, attendere la risposta e via dicendo. La Iena però ci racconta che, vista la fretta, non ha la possibilità di avviare l’iter usuale e dunque decide di contattare direttamente l’ambasciatore su Facebook; l’ambasciatore risponde al messaggio in chat; l’appuntamento è organizzato. Grazie a Facebook è stato aggirato il protocollo!

Un altro esempio? Io mi occupo di comunicazione politica e lavoro per l’assessorato alle Pari Opportunità e Immigrazione del Piemonte (chi ha letto la pagina “Chi sono?” lo sa). Nell’ultima puntata di Presa Diretta è stato affrontato il tema della violenza di genere e delle discriminazioni. La mia assessora di riferimento era davanti alla televisione e ha inviato un tweet all’account della trasmissione RAI dicendo che in Piemonte stiamo approvando una legge proprio su quel tema. La redazione l’ha letto e la notizia è stata data in diretta. In diretta. Anche in questo caso è stato aggirato il protocollo che prevederebbe: nota stampa, invio, contatto con il giornalista, discussione sul tema e magari pubblicazione della notizia. Tutto questo grazie a Twitter.

I social sono uno strumento, un contenitore, un contesto, e se utilizzati nel modo giusto possono essere di aiuto.

È importante che tu condivida questo articolo e qui ti spiego il motivo!

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