Giovedì scorso sono stato ospite di Elisa Dante a Radio GRP, è stata la mia prima intervista per parlare de “Le colpe del nero”. Quasi al termine della chiacchierata però è arrivata la domanda principe, quella davanti alla quale le chiacchiere stanno a zero: perché dovremmo leggere “Le colpe del nero”?
Giusto, perché dovreste leggere “Le colpe del nero”? Ho risposto parlando della motivazione principale per la quale ho scritto questo libro: perché ne “Le colpe del nero” cerco di portarvi dentro il Centro di Identificazione ed Espulsione di Torino (quello che da pochi mesi si chiama Centro di permanenza per il rimpatrio).
Io ho voluto continuare a chiamarlo con il nome con il quale tutti lo conoscono e ho voluto parlare di quella struttura, per conoscere i CPR avremo sicuramente tempo. Il CIE a Torino è un muro di cinta su Corso Brunelleschi e una serie di scritte sui muri della città, ma in pochi conoscono veramente la sua funzione, chi vi viene rinchiuso dentro, per quanto tempo e per quali ragioni.
Sia ben chiaro, “Le colpe del nero” è un libro noir ed è dunque finzione portata all’esasperazione, ma al suo interno ha sfumature di verità che secondo me è importante conoscere.
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