Oltre piazza Vittorio Veneto, dall’altra parte del Po, c’è una Torino differente. Lontana dai fasti della movida e dagli apericena a prezzi esorbitanti. C’è una città più romantica che è racchiusa nel nuovo libro di Massimo Lapolla dal titolo “La volta buona”. Ho incontrato Massimo e mi sono fatto raccontare – in quella che è stata una vera e propria Tempesta di Cervelli – qualcosa in più del suo romanzo. Ecco cosa mi ha detto.
SINOSSI
Erminio Francesco, detto Cesco, è un quarantenne che vive con la vecchia madre in un quartiere torinese. La sua vita viaggia col pilota automatico, senza sbavature o sussulti, tra passeggiate sotto i portici, audiolibri ascoltati la sera sul balcone e gelati al gusto di nocciola e limone. Il ricordo del padre, morto molti anni prima, è onnipresente nella loro casa e nelle loro esistenze, che trascorrono in stretta simbiosi dentro un mondo ovattato e sereno. Cesco vive spensierato e passa il tempo libero con Pinin, il vecchio oste del borgo. La morte improvvisa della madre, però, stravolge le sue abitudini. Decide di cambiare passo e di aprirsi al mondo, di darsi una mossa e di prendere in mano le redini della sua vita. “La volta buona” è un romanzo di abbandoni, partenze, proposte declinate e di lutti. Ma è anche una storia di riscatti, rivincite e determinazione, nonostante tutto.
Non si tratta del primo romanzo di Massimo Lapolla, il primo è stato “Quasi come sembra”. Ve ne avevo parlato qui: https://tempestadicervelli.com/2015/11/16/un-realityshow-letterario-a-torino-quasi-come-sembra-di-massimo-lapolla/
È importante che tu condivida questo articolo e qui ti spiego il motivo!
Mail: gioele.urso@gmail.com
Seguimi su Twitter: @gioeleurso1