Questa riflessione, e il relativo elenco, nasce da alcuni fattori che mi caratterizzano: in primo luogo, anche se estremamente pigro, sono anche una persona che si annoia facilmente e dunque sono intasato di cose da fare; in secondo luogo, essendo appunto estremamente pigro, rimando con metodo e organizzazione al domani tutto quel che posso. Un ragionamento che funziona in tempo di pace, ma che il coronavirus ha mandato (in v***a) a rotoli.
Ed è così che l’altro giorno ho cominciato a stilare un piccolo elenco, che vi proporrò qui, delle cose che avrei dovuto fare, ma che ho rimandato e che devo rimandare a data da destinarsi causa pandemia. Chi lo avrebbe mai detto..
- Tagliarmi i capelli. Sì, perché io prima di andare dal barbiere aspetto che la mia testa abbia assunto la sembianza di un fungo atomico. Questo perché il mio barbiere è lunghissimo e ogni cliente lo intrattiene sulla sua poltrona almeno per un’ora; io ogni volta che vedo più di due persone in attesa filo dritto. Però da quando mi sono trasferito a Torino e vado da lui a tagliarmi i capelli ho imparato un sacco di cose sulle automobili, la musica anni ’80 e le commedie italiane.
- Comprare l’ukulele. Dovete sapere che c’è stato un tempo, nemmeno troppo lontano, in cui sono andato in fissa con l’ukulele. Lo volevo e volevo imparare a suonarlo. Ho ricevuto alcune resistenze e allora mi sono dato alla chitarra, ma ne volevo una piccolina. Ogni giorno passavo davanti al negozio di musica e guardavo quella esposta che era di color rosso. Chissà quante canzoni avrei potuto suonare con la mia nuova chitarrina.
- Comprare la biografia di Van Basten. Qui entra in gioco il tirchio, o meglio parsimonioso, che è in me. Il giorno che è uscita passo davanti a una libreria, è esposta, entro e la cerco. Non si trova. Mi dico, “Chiedi”. Non lo faccio. Esco. Due giorni dopo entro in un’altra libreria. La vedo. La sfogio. Compro un giallo, tanto questa la posso comprare quando voglio. No. Comunque l’ho ordinata.
- Andare a New York. Sono due anni che ci diciamo che dobbiamo organizzare un viaggio a New York e sono due anni che rimandiamo per un motivo o per l’altro. Adesso a New York non potremo andare per i prossimi due anni. Minimo. Almeno però siamo stati a Istanbul.
- Comprare la macchinetta per radermi. Qui entra in gioco il tirchio parte seconda. L’anno scorso ho accompagnato la mia compagna a comprare delle cose in un negozio e in quel negozio ho individuato una bella macchinetta per radermi la barba a un buon prezzo, ma non l’ho comprata. “Perché?”, mi chiede lei. “Così”, rispondo io. Passavo tutti i giorni davanti a quel negozio e tutti i giorni mi dicevo, “Domani la compro”. Adesso radermi la barba è una scommessa perché ho un rasoio scassato e non so se avrà la forza (elettrica) di terminare il suo lavoro.
- Comprare il decoder per la televisione. Voi dovete sapere che da quando mi sono trasferito a Torino, oltre un anno, abbiamo in casa un televisore spento. Non è la prima volta che mi capita, già in passato ho convissuto con televisori spenti. Questa volta però avevamo deciso di riattivarlo, ma non abbiamo mai comprato cavo per l’antenna e decoder. Avrei potuto guardare la D’Urso. Scherzo.
- Alla fine del 2019 avevo visto una magnifica fiaschetta metallica piena di grappa in un negozio vicino casa e per un attimo avevo pensato di comprarla. Mai fatto. Non chiedetemi perché mi sia tornata in mente proprio in questi giorni.
- Portare i contenitori di plastica a mia nonna. Ogni volta che vado a casa sua per pranzo o cena, torno a Torino con uno o due contenitori di plastica stracolmi di cibo. Si accumulano e poi le porto tutto indietro quando ne ho un bel mucchio. Ecco, adesso ne ho un bel mucchio e sono tutti a casa mia.
Tutto questo per dire.. che quando la pandemia sarà finita ricomincerò a rimandare.. è un fatto naturale..
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