Sai perché Ernesto Che Guevara lo chiamavano “Che”?

Ernesto Che Guevara quando scrisse questo diario non sapeva ancora che sarebbe diventato Il “Che”. È forse per questo motivo che le grandi aspettative che avevo riposto in questa lettura non sono state totalmente attese.
Questo diario racconta del viaggio che Ernesto Guevara intraprese tra il 1951 e il 1952 lungo il Sudamerica. Un viaggio che fece in coppia con il suo amico Alberto e che non fu affatto semplice. Patì la fame, non sempre trovò posto per dormire, ebbe problemi di soldi e a lungo andare l’asma, di cui soffriva particolarmente, cominciò a perseguitarlo.

Mi sarei aspettato un resoconto più passionale. Una cronaca più dettagliata delle condizioni dei popoli che incontrò e delle attività che portò avanti durante quegli otto mesi di viaggio, invece questi aspetti sono secondari. In fondo però Ernesto Guevara durante quel viaggio non era ancora il “Che” e non poteva ancora sapere quanto quei giorni avrebbero inciso sulla sua vita e sulle scelte che, da lì a breve, avrebbe preso. Il mito non era ancora nato, ma stava per nascere.
Una piccola curiosità, sapete perché il “Che” si chiama così? In questo libro viene spiegato tra le note. “Che” è una interiezione popolare molto usata in Argentina, Uruguay e Paraguay che nel tempo si è trasformata in un intercalare familiare per rivolgere la parola a qualcuno o per richiamare l’attenzione. Ernesto Guevara la utilizzava talmente tanto che finì per diventare il suo soprannome.

Pubblicato da Gioele Urso

Mi chiamo Gioele Urso e sono un giornalista piemontese. Mi occupo anche di comunicazione e produzioni video. Ho scritto due libri: Le colpe del nero (2018) e Calma&Karma (2020). Visita la mia pagina facebook: Gioele Urso

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