“Vaffanculo“; “Rottamiamoli“; “Prima l’Italia“. Semplici, diretti e rivolti alla pancia. I tre più recenti fenomeni della politica italiana hanno costruito la loro ascesa su una comunicazione elementare che tendesse a raggiungere un obiettivo battendo un nemico dipinto come uno sprecone impegnato a pensare agli interessi di qualcuno che non siamo noi. Insomma hanno parlato all’istinto e non al cervello. Tre format che hanno individuato un target e hanno studiato una strategia per ampliare il proprio consenso elettorale.
Il modo di fare politica è cambiato, il modo di comunicare in politica pure. Questa rivoluzione sembra lontana un secolo, ma è relativamente vicina. A segnare una svolta radicale nel mondo della comunicazione politica è Beppe Grillo tra il 2005 e il 2009. Il MoVimento 5 Stelle sfrutta la potenza dei social network e del web e cresce a vista d’occhio. Da quell’anno a oggi è un continuo inseguimento tra gli uffici di comunicazione dei vari partiti. In mezzo ci sono la crescita di Matteo Renzi, il rottamatore, e di Matteo Salvini, il comunista padano che è stato in grado di risuscitare la Lega Nord.
La politica 2.0 è quella dei social, il consenso è diventato sinonimo di condivisione. Un esempio tratto dalla stretta attualità: quella che vi propongo qua sotto è una grafica pubblicata ieri dal profilo ufficiale di Mara Carfagna.
Un messaggio semplice, diretto e rivolto alla pancia. Proprio come il “vaffanculo” di Grillo, il “rottamiamoli” di Renzi o il “prima gli italiani” di Salvini. Politicamente il sindaco di Roma è un bersaglio facile: isolato anche all’interno del PD è diventato il simbolo di chi difende gli immigrati e i rom. In 5 ore il messaggio della Carfagna ha raggiunto le 567 condivisioni.
Mai come lo “stato” pubblicato sabato da Matteo Salvini che vi propongo qua sotto:
Anche in questo caso un messaggio semplice, diretto e rivolto alla pancia. Vi ricordate cosa dicevamo all’inizio? Grillo, Renzi e Salvini hanno costruito la loro ascesa su una comunicazione elementare che tendesse a raggiungere un obiettivo battendo un nemico: in questo caso i nemici sono i rom, ma lo è anche chi li difende. In totale le condivisioni sono state 3.996.
La politica 2.0, quella fatta sui social, parla alla pancia e non alla testa. Spesso i messaggi che vengono lanciati non sono argomentati, a volte le notizie che vengono date non sono vere o sono parziali, ma sono pochi gli utenti che hanno il tempo di approfondire e accertare l’attendibilità dei contenuti che circolano in rete.
A sinistra la comunicazione è rimasta classica. Ammetto: la pseudo analisi che ho cercato di tracciare nasce da una considerazione che ho fatto dopo aver letto l’articolo di Andrea Colasuonno, Le 9 balle sull’immigrazione (smentite dai numeri), pubblicato su Esse (ecco il link se voleste leggerlo: http://www.esseblog.it/tutti-gli-articoli/le-9-balle-sullimmigrazione-smentite-dai-numeri/). Si tratta di un pezzo interessante di indubbio valore perché affronta con dati e argomentazioni le principali strumentalizzazioni in tema di immigrazione, ma è realmente efficace? Non lo so. Credo di no, se l’obiettivo fosse quello di fare cambiare idea a chi reputa gli immigrati e i rom i propri nemici; credo di sì, se con questo articolo l’obiettivo fosse quello di parlare alle persone di sinistra. In ogni caso Calasuonno non ha la responsabilità di rivoluzionare la comunicazione di sinistra, ma ci torna utile per concludere l’analisi che abbiamo iniziato prima perché il suo modo di comunicare è identico a quello che hanno Civati, Fassina, Vendola e così via.
A sinistra non si è perso il vizio di argomentare, approfondire, analizzare e spiegare, ma è efficace? In un paese dove tutti corrono, nessuno legge, pochi ascoltano e chiunque parla, la complessità dell’argomentazione è la via giusta? A sinistra nessuno è semplice e diretto, tranne uno: Maurizio Landini.
Un messaggio semplice, diretto e rivolto alla pancia. “Tu ceni con 1.000 euro? Noi scioperiamo con i tuoi 80” – una dichiarazione che raggiunge l’utente nel tempo di uno starnuto, che evoca un’immagine forte e che non svilisce il contenuto. Anche in questo caso viene creata una contrapposizione: noi (Landini e chi sta con lui) contro te (Matteo Renzi). Il meccanismo è lo stesso. Lo abbiamo già descritto all’inizio.
Twitter: @gioeleurso1
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