Il co-fondatore di Twitter: “I blog spariranno”. Sbaglia, le mie 4 ragioni

I siti web sono nella stessa situazione in cui erano i dinosauri alla fine del periodo Cretaceo, 65 milioni di anni fa. Ovvero in procinto di estinguersi” – a dirlo è Evan Williams, il cofondatore di Twitter, secondo il quale “Il futuro sarà di grandi piattaforme centralizzate“. A raccontarlo è il sito web de La Stampa in un articolo dal titolo: Blog e siti web? Scompariranno entro tre anni. Adesso ti spiego perché io mi tengo stretto il mio blog.

  1. L’ospite è come il pesce: dopo tre giorni puzza! Ricordati sempre che su Facebook e Twitter sei solamente un ospite e quindi dovrai sempre sottostare alle regole che vengono imposte dalle aziende. E se un giorno i due social network decidessero che il tuo contenuto non è più pubblicabile? In quel caso, visto che avrai seguito il consiglio di chi da un social network guadagna soldi, saresti senza un luogo tuo dove esprimere il tuo pensiero.
  2. Capovolgi il concetto. E se i disonauri fossero Facebook e Twitter? Ti sei mai soffermato a pensare che i social network sui quali passiamo ore e ore ogni giorno in fondo non sono altro che semplici aziende quotate in borsa e che di conseguenza sono suscettibili agli umori del mercato? Nel 2009 è crollato il mondo economico che avevamo sempre conosciuto, non pensi che potrebbe anche crollare l’impero 2.0? In quel caso ascoltando il consiglio di chi con i social network vive ti ritroveresti senza profilo su Facebook e Twitter. Praticamente un cadavere del web.
  3. Soldi, soldi, soldi e ancora soldi. Nel caso in cui pubblicassi i tuoi contenuti solo su Facebook e Twitter chi deciderebbe la loro portata (visibilità)? Risposta: loro! Quindi tu, che hai seguito il consiglio del co-fondatore di Twitter che guadagna grazie ai post che vengono pubblicati sul social network, saresti costretto a spendere soldi in sponsorizzazioni aumentando la portata del suo conto in banca. I blogger lo sanno bene: i social network sono una fonte inesauribile di visite per il tuo blog, ma non sono l’unica fonte. Io blogger dunque sfrutto i social, ma non mi affido esclusivamente a essi perché voglio che tu venga a trovarmi a casa mia. L’unico modo per non essere legato con un cappio al collo alle idee dei commerciali 2.0.
  4. I blog di oggi sono un’altra cosa. È ovvio che puoi anche fare a meno di un blog se lo utilizzi per scrivere i tuoi umori e per raccontarmi le tue giornate, per quello ci sono i social. Il punto è che negli anni è cambiato il concetto di blogging. Oggi i blogger utilizzano il proprio spazio sul web come se fosse una vetrina dove esporre le proprie capacità. Lo fanno i professionisti, le aziende e gli artisti. Se il co-fondatore di Twitter non si è reso conto di questo sono portato a credere che le spiegazioni possibili siano due: o è in malafede, oppure quando ha fondato Twitter ha avuto una grandissima botta di fortuna perché non è in grado di comprendere l’evolversi del web.

Chiudo con una considerazione: se il mio tenore di vita dipendesse dal numero di iscritti al social network che ho fondato e dal numero di visite che ogni giorno genera grazie ai contenuti pubblicati, anche io porterei acqua al mio mulino facendo previsioni catastrofiche su tutto quel che naviga attorno a esso.

E tu? Cosa ne pensi? Sei pronto a chiudere il tuo blog, oppure vuoi lanciare la tua personalissima sfida a Twitter?

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