Negli ultimi tempi se ne sta discutendo parecchio. Quello della comunicazione politica violenta è un tema che sta cominciando a occupare alcuni spazi dell’agenda politica del nostro Paese. Il focus ovviamente è puntato sul mondo dei social e del web in generale.
Parole violente che vengono lanciate attraverso i canali social dei politici e che diventano un alibi per tutti coloro che covano rabbia repressa da sfogare. Ovviamente rabbia che viene sfogata con post ostili su Facebook, Twitter e sulle altre piattaforme di discussione online. Però questi utenti spesso lo fanno in modo inconsapevole delle conseguenze che la loro azione può avere.
Conseguenze penali per loro e sociali per noi.
Per cercare di far fronte a questa emergenza due città si sono alleate e hanno sottoscritto “Il manifesto della comunicazione non ostile“. Si tratta delle città di Torino e Milano che lunedì hanno firmato all’interno del palazzo del municipio del capoluogo piemontese un decalogo di intenti che mira a ridurre l’impatto ostile della comunicazione online.
Ma come nasce e di che si tratta? Ce lo racconta Rosy Russo presidente dell’associazione Parole Ostili:
Nel mio piccolo, anche io mi impegno a rispettarlo perché il primo punto – virtuale è reale – è il motto sottinteso di questo blog dalla sua nascita. Dobbiamo essere gentili.
Se mi vuoi scrivere: gioele.urso@gmail.com
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