Diario di bordo dalla quarantena. Giorno 1 (anche se in realtà sono recluso da mercoledì sera), ore 16.34. Sono passate circa 24 ore da quando mi è stato comunicato di essere risultato positivo al coronavirus e già non ne posso più. Però in queste prima 24 ore di isolamento ufficiale alcune cose le ho imparate.
1) Ho imparato ad apprezzare le merendine in confezione. Sì, perché se hai il covid e sei l’unico ad averlo in casa, non puoi toccare il cibo quindi il panettone che è sul tavolo, quello con la glassa e le gocce di cioccolato, non potete toccarlo e neppure tagliarvi una fetta per colazione. Indi per cui, se vi svegliate per primi sarà necessario avere a portata di mano una merendina in confezione per ammazzare la fame.
2) Quando sei in quarantena ti possono tornare utili cose che mai e poi mai avresti immaginato che ti tornassero utili. Tipo quella vecchia XBOX 360 per la quale hai un solo gioco a disposizione: Pro Evolution Soccer 2011. Sono tornato ai miei 20anni con le geometrie di Pirlo, la potenza di Seedorf, l’invalicabilità di Nesta e il cinismo di Inzaghi. Quando vi domanderanno: che te ne fai di quella cosa, perché non la butti? Rispondete pure senza esitazione: mi servirà quando mi metteranno in quarantena.
3) Su una cosa sto ragionando molto in questi giorni di convalescenza, a me l’appetito proprio non manca. Carla, la mia compagna, ha commentato: «Speravo che almeno ti servisse a perdere qualche chilo». No, mi dispiace, ma non credo che perderò peso. Il cibo, come sempre, rimane una delle mie gioie principali. Grazie al cielo al momento non ho perso gusto e sapori, anche perché sarebbe peggio che perdere la libertà.
4) Infine una nota polemica. «Tanto prima o poi lo dobbiamo prendere tutti», mi dicono. Ok, il fatalismo per qualcuno è una religione, ma no, non è scritto da nessuna parte che in questo momento ci saremmo dovuti trovare a questo punto. Io, metto le mani avanti, non sono stupito di esser stato contagiato: faccio un lavoro troppo esposto e fino a oggi sono stato fortunato. Credo però anche che, a fronte di una contagiosità così alta di questa variante, se siamo nel bel mezza di una nuova ondata un motivo ci sarà e probabilmente qualcosa in più per contenerla forse avremmo potuta farla sia come singoli individui, sia come Stato.
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Calma&Karma la trama
Torino, il cadavere di una ragazza di colore viene trovato sulle sponde del fiume Po. Il responsabile dell’indagine è il commissario Riccardo Montelupo, un poliziotto sui generis ma integerrimo e amatissimo dai suoi collaboratori. La scarsità di indizi e un muro di omertà rende complicato dipanare la matassa che si cela dietro questo omicidio, fino a che una fuga di notizie e la decisione di un cronista di pubblicare le immagini del cadavere martoriato daranno un’improvvisa accelerata alle indagini. In una Torino multietnica e postindustriale, in cui sfruttati e sfruttatori non sono sempre così distinguibili, si snoda una vicenda che metterà a dura prova il commissario Montelupo facendo vacillare anche alcune sue certezze.
Chi è Gioele Urso
Giornalista torinese, si occupa anche di social network e nuovi media. Dal 2002 opera in ambito radio-televisivo e digitale. Nel 2008 ha pubblicato la raccolta di racconti “Barlo”, nel 2018 ha pubblicato un romanzo noir dal titolo “Le colpe del nero” (Edizioni del Capricorno) e nel novembre 2020 ha pubblicato il romanzo noir “Calma&Karma” (Golem Edizioni). Come autore ha partecipato al Torino Film Festival con il cortometraggio “Falling Up” e al Piemonte Movie con il cortometraggio “Ezechiele 25, 17 – Chapter 8: Trashomon”.
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