QuarantenaBlog, Giorno 3 – Focus sui Vigili del Fuoco

Diario di bordo dalla quarantena. Giorno 3, ore 16.18. Con tutti i giorni dell’anno durante i quali le cose possono capitare alcune sono capitate proprio in questi giorni di reclusione amministrativa e pandemica.

1) Focus sui Vigili del Fuoco. Devo dire che ho un certo culo. Si, perché ieri sera abbiamo ricevuto la visita dei Vigili del Fuoco. No, non noi, ma il nostro palazzo. Così, quella che era una ordinaria serata davanti alla televisione si è trasformata in una vera e propria avventura. Ore 21 e qualcosa circa, sentiamo le sirene. Mi affaccio al balcone (devo dire che ho un certo culo anche perché ho un balcone) e vedo che sono arrivati Vigili del Fuoco. Scendono in quattro, prendono una borsa, suonano al citofono ed entrano. Sento sulle scale il battere degli scarponi sui gradini. Oltrepassano il nostro piano. Sento camminare, non so cosa stiano facendo. Sento un rumore simile a quello di uno spazzolino elettrico, ma molto più forte. Guardo dallo spioncino. Passa davanti alla nostra porta un uomo con una tuta blu, maschera in faccia e una bacchetta in mano. È lui che fa rumore come se fosse uno spazzolino elettrico. Sale le scale, poi scende. Passano 20 minuti e se ne vanno anche i Vigili del Fuoco. Fine del focus. Non sapremo mai i dettagli di questa avvincente storia.

2) Sempre per rimanere in tema di cose che accadono e che posso vedere dal balcone, sabato ho visto due uomini che si picchiavano. Avere un balcone su Porta Palazzo è come avere un posto in prima fila su tutte le categorie di Netflix tranne quelle con le serie tv sugli adolescenti che fanno cose poco interessanti e parlano solo di sesso. Per la cronaca i due uomini che si picchiavano hanno fatto come gli adolescenti: se le sono date per finta, urlando fino a quando non sono arrivate le donne a prenderle a borsettate e a dividerli.

3) Avrei anche una terza cosa che è successa e che ho visto dal balcone che potrei raccontare, ma la sto ancora somatizzando. La scena è lenta, molto lenta. Immaginatela con un filtro anni ’90. È mattina presto, un senza fissa dimora che ha trovato rifugio in un cantiere si sveglia e abbandona la recinzione che ha violato per tornare in strada. Forse pensa che stiano per arrivare gli operai. Si porta appresso una lattina di una bevanda all’arancia che si sgola fino all’ultimo sorso. Passa davanti a un cestino dell’immondizia e la getta, poi prosegue per una decina di metri. Si ferma. Si siede su un muretto. Si rialza. Torna sui suoi passi e prende la lattina che ha gettato nel cestino e la butta a terra vicino alla recinzione del cantiere. E va via.

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Calma&Karma la trama

Torino, il cadavere di una ragazza di colore viene trovato sulle sponde del fiume Po. Il responsabile dell’indagine è il commissario Riccardo Montelupo, un poliziotto sui generis ma integerrimo e amatissimo dai suoi collaboratori. La scarsità di indizi e un muro di omertà rende complicato dipanare la matassa che si cela dietro questo omicidio, fino a che una fuga di notizie e la decisione di un cronista di pubblicare le immagini del cadavere martoriato daranno un’improvvisa accelerata alle indagini. In una Torino multietnica e postindustriale, in cui sfruttati e sfruttatori non sono sempre così distinguibili, si snoda una vicenda che metterà a dura prova il commissario Montelupo facendo vacillare anche alcune sue certezze.

Chi è Gioele Urso

Giornalista torinese, si occupa anche di social network e nuovi media. Dal 2002 opera in ambito radio-televisivo e digitale. Nel 2008 ha pubblicato la raccolta di racconti “Barlo”, nel 2018 ha pubblicato un romanzo noir dal titolo “Le colpe del nero” (Edizioni del Capricorno) e nel novembre 2020 ha pubblicato il romanzo noir “Calma&Karma” (Golem Edizioni). Come autore ha partecipato al Torino Film Festival con il cortometraggio “Falling Up” e al Piemonte Movie con il cortometraggio “Ezechiele 25, 17 – Chapter 8: Trashomon”.

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