Evocare per Da qualche anno nel mio zaino non manca mai un libro, ma non sto parlando di un libro qualunque, sto parlando di quel libro: il testo che incontrato per caso sul proprio cammino diventa un punto di riferimento per il proprio lavoro. Nel mio caso si tratta di “Consigli a un giovane scrittore” di Vincenzo Cerami.
Ogni volta che inizio un nuovo lavoro che reputo importante rileggo attentamente il manuale di Cerami, un libro che mai e poi mai avrei comprato e che invece il destino ha voluto che me lo regalasse una delle impiegate della biblioteca comunale del mio paese. Andavo ancora all’università e frequentavo assiduamente i banchi della biblioteca, più per attaccare bottone che per prepare gli esami, quando un giorno la signora mi avvicinò e mi chiese se potesse interessarmi il testo, un’edizione del 1996 dei tascabili della Einaudi. “Perché no!” – risposi io e così mi ritrovai a casa quella che è diventata la mia piccola Bibbia.
Cerami, guardate su Wikipedia, è uno sceneggiatore, scrittore e drammaturgo italiano che di opere ne ha scritte parecchie: Un borghese piccolo piccolo è stato il suo primo romanzo; come aiuto regista ha lavorato con Pasolini a Comizi d’amore; è stato sceneggiatore dei principali successi di Benigni tra cui La vita è bella. Per scrivere è fondamentale dunque affidarsi ai consigli di chi ha qualcosa da insegnarci.
Io ad esempio quando scrivo tengo sempre a mente il primo consiglio che Cerami offre nel suo libro “Consigli a un giovane scrittore”: dobbiamo costruire i nostri racconti evocando nel lettore luoghi, sapore, odori, colori e anche ricordi personali. Questa regola vale per ogni tipo di testo che vogliamo scrivere perché uno dei nostri compiti dovrebbe essere quello di suscitare emozioni in chi ci legge. Nella descrizione di un ambiente cerco sempre di fornire al lettore particolari che possano stimolare la sua curiosità; quando parlo di un profumo evoco odori comuni che possano stuzzicare l’olfatto di chi legge; i colori li racconto accostandoli a simboli che sono di fruizione generale. E voi?
Se vi capitasse di incontrare sul vostro cammino questo testo leggetelo; se vi ho incuriosito cercatelo o ordinatelo.
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Da qualche tempo ci pensava spesso. Era un’insinuazione che stava invadendo il suo cervello: “Se suicidandomi non posso assicurarmi un posto in Paradiso, tanto vale guadagnarsene uno nei gironi dell’Inferno” – considerava davanti alla tv, poi però non aveva mai avuto il coraggio di farlo.
Non ci si improvvisa mica. Non è che tra una sigaretta e l’altra fumata sul balcone, si decide di fare un salto giù senza prendere l’ascensore; e neppure si decide di farsi travolgere da un treno durante una passeggiata domenicale lungo i binari della ferrovia.Metodo. Togliersi la vita richiede metodo.
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