The Voice: vincono Opel e Golia

the voiceAmmetto, ho un debole per i reality show. Di questi format televisivi mi piace la freschezza e la loro libertà di linguaggio. Con il Grande Fratello sono nate nuove tendenze, modi di dire e approcci alla comunicazione, anche istituzionale: i tweet non sono forse la proiezione sul web della trasmissione in televisione della nostra quotidianità? Comunque il punto non è questo, ora ci arrivo.

Da qualche settimana sto guardando con molta attenzione The Voice of Italy, il talent show di Rai2 che quest’anno ha fatto molto scalpore per la presenza di una suora nel cast. Mi piace per una serie di ragioni: la musica; la velocità del programma; la ripetitività del format; perché ci sono J-Ax e la Carrà. E’ un bel progetto anche se non sconvolge le dinamiche televisive, almeno fino a questo punto.

A livello di comunicazione però una novità la possiamo individuare e non riguarda l’ambito televisivo, ma quello pubblicitario: che piaccia oppure no, con The Voice of Italy viene proposto al grande pubblico un nuovo modo di fare pubblicità. Sono due i marchi che principalmente giovano di questa modalità di sponsorizzazione: Opel e Golia. Ogni video di presentazione dell’aspirante cantante inizia con logo o automobile in bella vista e le interviste all’aspirante star hanno sempre in primo piano una serie di pacchetti di caramelle.

Il telespettatore, in modo non consapevole, si ritrova dunque a essere bombardato da una serie di messaggi promozionali costanti, continui, codificati e cadenzati. Non dico che la modalità non sia lecita, una volta si chiamava pubblicità occulta, probabilmente oggi saranno cambiate le normative in merito. Non è questo il contesto nel quale approfondire la questione, almeno per il momento. Il punto è che il telespettatore deve essere consapevole dei messaggi che gli vengono lanciati.

Prossimamente dedicherò un post al vero protagonista del programma: J-Ax.

@gioeleurso1 – redazione@tempestadicervelli.com

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3 pensieri riguardo “The Voice: vincono Opel e Golia”

  1. Ad una prima occhiata mi sembra che il team di J – Ax sia quello con la qualità media più alta. Questa squadra può contare su un tris d’assi davvero imbattibile: Suor Cristina, Valerio Jovine e l’ ultimo arrivato Dylan Magon.
    Anche Pelù e Noemi hanno almeno un talento assoluto nelle loro file: mi riferisco a Esther Oluloro e Stefano Corona. Quest’ ultimo lo mandai a quel paese quando scelse Noemi, perché era chiaro che Pelù lo apprezzava molto più di lei: poi però ho pensato che questa scelta apparentemente scriteriata in realtà potrebbe essere frutto di una finissima strategia. Intendo dire che Stefano Corona potrebbe aver scelto il team di Noemi perché sapeva che lì avrebbe avuto dei compagni di squadra molto inferiori a lui, e quindi sarebbe arrivato in finale senza problemi; da Pelù invece avrebbe trovato molta più concorrenza, e quindi, nonostante la sua bravura, avrebbe potuto lasciare il gioco ben prima della finale.
    Il team Carrà invece é veramente scarso. La Raffaella nazionale quest’anno é stata clamorosamente snobbata da tutti: infatti, quando gli altri 3 avevano già completato la squadra, lei aveva ancora 2 posti liberi. L’ unico vero talento del suo team é Francesca Romana D’ Andrea, che peraltro fu costretta a scegliere la Carrà perché, per motivi a me incomprensibili, gli altri 3 non si girarono.
    Secondo te perché nessuno sceglieva Raffaella?

  2. Non sono un grandissimo esperto di musica, ma le ultime due che ha scelto la Carrà ieri sera (soprattutto la penultima) le ho trovate di bassa qualità.. Probabilmente la Carrà è stata snobbata perché rappresenta un genere musicale che non va più tantissimo in Italia.. potrebbe essere?

    1. Io invece ho pensato che potrebbe essere un discorso di età: i concorrenti sono quasi tutti ragazzi, e quindi tendono a scegliere un coach più vicino alla loro generazione. Sbagliando, perché il coach deve farti un po’ da terzo genitore, e quindi una con l’ atteggiamento materno della Carrà é perfetta per il ruolo.
      Hai ragione nel dire che la Carrà ha preso gli ultimi 2 solo perché era rimasta l’ unica con la squadra incompleta, si sentiva (per sua stessa ammissione) “l’ ultima della classe” e quindi non vedeva l’ ora di mettersi al passo con gli altri coach. Grazie per la risposta! : )

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