Questo è forse il momento più basso del giornalismo italiano

giornalismoE poi a un certo punto bisogna anche guardarsi in faccia e dirselo chiaramente: il problema più grosso del giornalismo è la superficialità con la quale in molti lavorano. Sarebbe ora di ammettere che se le bufale hanno così tanto successo tra i lettori digitali, forse, il motivo è che l’informazione tradizionale ha perso tanta credibilità. Il Sole 24 Ore domenica pubblicava un articolo che ha avuto grande consenso tra gli addetti ai lavori, il titolo era “È la bufala bellezza“. In questo articolo, che vi consiglio di leggere, in qualche modo viene descritta la connessione tra bufale e casse del mondo editoriale.

Oggi l’informazione deve sparare alto! I giornalisti per guadagnarsi da vivere la devono dire grossa e possibilmente devono anche parlare alla pancia (e non alla testa del lettore). È così che Aldo Grasso prende per buona la bufala dei giovani che rifiutano un contratto di lavoro da 1.500 euro al mese; è così che il TG5 manda in onda immagini tra tifosi di Toro e Juve del 2007 per raccontare gli scontri del derby di domenica scorsa (immagini di 8 anni fa); è così che Mattino 5 paga una rom per dire che vive rubando.

Poi, però, è sempre colpa del mondo digitale. Sempre Aldo Grasso su Il Corriere della Sera di domenica scorsa si scaglia contro il popolo del web che giudica e mette alla gogna. Quel popolo però sta imparando a difendersi e ieri quando i giornali battevano, senza verificare l’attendibilità, la dichiarazione di un PM che frettolosamente affermava che la bomba carta che domenica ha ferito 10 tifosi del Toro non fosse stata lanciata dal settore ospiti dello stadio ma dagli stessi granata, quel popolo comunicava, si organizzava, cercava fonti reali (video che chiarissero le dinamiche dei fatti), le trovava, le condivideva e costringeva chi aveva sbagliato a correggersi.

Oggi su La Stampa leggo di un grosso e interessante progetto tra testate giornalistiche e Google, un mezzo per rilanciare il giornalismo attraverso il digitale. Forse sarebbe il caso di fermarsi e fare un passo indietro. Prima di pensare al digitale si deve cercare di fare una ripassatina delle regole del giornalismo. Ad esempio: se si scrive di una partita di calcio e si batte un pezzo indignato contro i tifosi che mettono a ferro e fuoco uno stadio, almeno si verifichi di scrivere dello stadio giusto.

Twitter: @gioeleurso1

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