Ormai è una guerra. In Italia il dibattito politico pubblico è diventato un conflitto bellico costituito da innumerevoli battaglie. Gli scontri si combattono su ogni tema: immigrazione, vaccini, alimentazione, violenza e chi più ne ha più ne metta. Questo non è un male a tutti i costi perché il confronto e il dialogo sono la spinta propulsiva per la crescita di una società. Il problema sorge quando il livello del dibattito è misero e privo di contenuti perché porta a una inevitabile regressione del livello culturale della cittadinanza, che nel nostro caso è già molto basso. Cosa fare per porre rimedio?
Non lo so, ma consentitemi una riflessione a voce alta perché questo post nasce da una considerazione che ho fatto in seguito all’ennesima polemica alla quale ho assistito sui social. Io mi occupo di politica, dal punto di vista dell’informazione e comunicazione, da un bel po’ di anni. Mi sono affacciato a questo mondo quando lavoravo in radio come speaker e giornalista, poi ho curato i contenuti di alcune trasmissioni televisive prodotte a Torino e adesso faccio comunicazione politica. Qualcosa dunque l’ho vista.
Stamattina davanti all’ennesima polemica contro l’apertura di una moschea ho deciso di sbracare. Perché? Semplice, sono dieci anni (parlo a memoria personale) che sento ripetere le stesse cose: io non sono razzista, ma vadano a pregare da un’altra parte; tornino a casa loro; gli diamo 35 euro; portano malattie; stuprano. Ammetto che la stanchezza ha preso il sopravvento. Attenzione, sto facendo l’esempio di una polemica sull’immigrazione, ma il ragionamento sarebbe lo stesso anche su un altro tema.
Davanti a una polemica becera le possibilità solitamente sono due: vado oltre oppure mi metto a spiegare che stanno dicendo una marea di cavolate. Anni addietro spiegavo, poi sono andato oltre, questa mattina ho intravisto una terza possibilità. Quale? Secondo me quella che vince e ve la spiego.
Il livello del dibattito è talmente basso, becero, scemo, stupido, falso, ignorante, privo di contenuti che ribattere punto su punto non si può più anche perché è una perdita di tempo. Non c’è più sordo di chi non vuol sentire, giusto? Passare oltre sta diventando un crimine perché ci si rende complici di un arretramento culturale che avrà influenze sulla vita dei nostri figli. Se i fascisti hanno rialzato la testa un motivo c’è e chi ha responsabilità deve fare autocritica. Allora cosa fare?
Prenderli in giro. Esagerare. Usare il paradosso. Renderli ridicoli. Provocare con acume. Mettere in evidenza le loro contraddizioni, ma in modo satirico. Non permettere alle loro fandonie di assumere credibilità e autorevolezza. Utilizzare argomenti veri, ma portandoli all’eccesso, strappando anche una risata.
Chi è che diceva “la fantasia distruggerà il potere e una risata vi seppellirà!”?
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