Solitamente ci si ricorda il primo bacio, la prima volta che abbiamo fatto l’amore o il primo giorno di scuola, ma tu ricordi qual è stato il primo libro che hai letto? O meglio: ti ricordi quale libro ti ha fatto innamorare della lettura? Il primo morso che ha tirato quello successivo e poi quello dopo ancora? Io me lo ricordo, l’ho voluto rileggere e oggi capisco per quale motivo non posso fare a meno delle storie scritte su carta.
Era il 1996 quando Stephen King, il re indiscusso dei romanzi ad alta tensione (lui si definisce un autore di narrativa popolare), si azzardava in un esperimento che gli avrebbe regalato uno dei successi più grandi della sua storia. Per la prima volta accettava la possibilità di scrivere un romanzo a puntate.
Una storia, che come confessa lui stesso, era nata sotto le lenzuola durante le notti insonni. King, per addormentarsi, invece di contare le pecore inventava scenari, dialoghi e trame. In una di quelle notti nacque “Il miglio verde“, uno dei romanzi più belli e delicati dell’autore di Portland.
Io avevo tredici anni, un’insegnante appassionata di teatro che ci aveva appena fatto inscenare un romanzo di Dino Buzzati e una madre che non si perdeva neppure una nuova uscita in libreria di King. Fu così che le “rubai” il primo volumetto de “Il miglio verde” e poi le rubai il secondo, il terzo, il quarto, il quinto e infine il sesto. Mi ricordo che li divorai e feci lo stesso con i romanzi che vennero dopo.
La scintilla però fu quel libro, che mi portò poi a leggere le avventure di Poirot e le fantasie di Stefano Benni. Mi sono sempre ripromesso di rileggere “Il miglio verde” e un paio di settimane fa l’ho comprato e l’ho divorato nuovamente. Che bello.
Ho pianto tre volte, ho accarezzato mister Jingles, ho odiato Percy, ho amato John Coffey e ho sofferto insieme a Paul Edgecombe. Ma soprattutto ho capito perché amo così tanto la lettura: perché sono stato fortunato ad aver incrociato un romanzo fantastico, che già all’epoca si sposava perfettamente con i miei gusti e che mi ha aiutato a diventare quel che sono oggi. Sì, perché se io amo scrivere, anche di narrativa, è anche grazie a quel libro.
E tu ti ricordi quale libro ha fatto scoccare la tua passione per la lettura?
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siii i ragazzi della via Pal
lo leggerò! 🙂