La televisione è in crisi. Lo dice una ricerca che è stata pubblicata sull’edizione di venerdì 24 marzo del quotidiano La Stampa. Durante le prime 13 settimane del 2023 la prima serata del piccolo schermo ha perso poco meno del 9% dei telespettatori. Il dato peggiore in percentuale è quello di Rete4 con quasi il 18% in meno di share, ma male anche La7 e Rai2. In realtà i dati assoluti dicono che a stare peggio sono le due ammiraglie Rai1 e Canale5 che perdono oltre 320.000 telespettatori. Cosa significa tutto questo?
Significa che alla televisione sta accadendo quel che circa dieci anni fa accadde ai giornali di carta e che – presumibilmente – in futuro accadrà ai quotidiani online. I mezzi di comunicazione cambiano e modificano anche le abitudini delle persone, che siano lettori o telespettatori. Tutto, come è logico che fosse, si sta spostando sul web, anzi, sui social network.
Quel che è capitato ai giornali tradizionali – quelli che si stampano e vengono distribuiti in edicola – lo hanno capito tutti tranne chi avrebbe dovuto traghettarli nell’era digitale; quel che sta capitando alla televisione cominciano a comprenderlo; quel che accadrà alla testate online si può iniziare ad annusare.
Il telespettatore tradizionale – quello che guardava il telegiornale a tavola mentre cenava e che dopo si spostava sul divano con il telecomando in mano – si sta estinguendo. E non è solo un modo di dire. I più giovani invece preferiscono un modo di usufruire i contenuti più fluido, meno vincolato a orari e dispositivi dai quali guardarli.
Una serie tv oggi si può guardare in streaming su pc, tablet, tv e smart-tv, ma non è questo il punto. Il punto è che anche l’intrattenimento si sta spostando lì: la Bobo-TV e programmi simili vanno in onda in diretta su Twitch; gli opinionisti televisivi – vedi Caressa – aprono il loro canale Youtube; e su TikTok spopolano i profili che fanno intrattenimento.
Il telespettatore adesso sta lì. Se una volta faceva zapping premendo il tasto avanti del telecomando, oggi lo fa facendo scorrere il pollicione sullo schermo del proprio telefono. La realtà è questa. I media stanno cambiando. La tv può fare come i giornali, oppure può salvarsi.
Chi sono? Mi chiamo Gioele Urso e sono un giornalista e autore torinese. Da giornalista mi occupo di politica, sindacale, manifestazioni di piazza, problemi di quartiere e più in generale di storie. Come autore ho pubblicato tre libri noir: ‘Le colpe del nero‘ nel 2018, ‘Calma&Karma‘ nel 2020 e ‘L’assassino dei pupazzi‘ nel 2022. Se vuoi puoi ascoltare i miei audio racconti su Spotify.