Se l’autrice di “50 sfumature di grigio” fosse nata a Napoli non avrebbe venduto neppure una copia

50 sfumature di grigio copertinaSe l’autrice di “50 sfumature di grigio” fosse nata a Napoli ad oggi non avrebbe venduto neppure una copia del suo romanzo.

La storia della scrittrice britannica E. L. James in Italia sarebbe stata stroncata in trenta secondi, ma non perché di scarso valore letterario, piuttosto perché autori ed editori italiani sono maggiormente impegnati a giudicare, psicanalizzare e distruggere chi decide di provare con il Self Publishing che leggere un’opera e giudicare il suo reale valore.

Forse in pochi sanno che il fenomeno letterario del momento nasce da un progetto di Self Publishing dell’autrice

EDIZIONI E DATI DI VENDITA – Appassionata di “Twilight”, sua fonte di ispirazione, l’autrice inizia a scrivere il primo romanzo su web, scatenando una marea di commenti e reazioni. Una piccola casa editrice, l’australiana The Writer’s Coffee Shop Publishing House, decide di pubblicare il libro in formato digitale: in men che non si dica “Cinquanta sfumature di Grigio” si conquista il primo posto della classifica e-book sul New York Times. Negli Stati Uniti ad aggiudicarsi i diritti sul titolo è stata la Vintage Books, che ne ha fatto un’edizione cartacea. Risultato: 10 milioni di copie vendute in sei settimane. Tradotto in 37 lingue, il primo romanzo della trilogia è stato edito in Italia da Mondadori ed è uscito il 25 maggio, andando immediatamente a ruba. Dopo dieci giorni 100.000 copie erano già scomparse dagli scaffali.

Nel nostro Paese tutto ciò evidentemente non sarebbe potuto capitare perché contro la James si sarebbero scagliati i giudizi negativi e gonfi di pregiudizio di editori impegnati a difendere il proprio orticello; editor occupati a cercare nuovi clienti; autori ancora convinti che in Italia chiunque abbia un buon testo possa pubblicare con un po’ di pazienza.

Il Self Publishing per un autore non è il punto di arrivo, ma l’inizio. Chi decide di mettere online il proprio testo lo mette a disposizione di chiunque lo volesse leggere, che sia un testo a pagamento oppure gratuito. L’autrice di “50 sfumature di grigio” ha avuto la fortuna di trovare una casa editrice che ha prima di tutto letto il suo testo valutando l’idea alla base della sua opera letteraria. Solo dopo questo primo approccio sono arrivati tutti gli altri passaggi tradizionali: revisione del testo, correzione degli errori, rafforzamento della trama e così via. Un lavoro complesso che ogni autore dovrebbe poter realizzare insieme alla propria casa editrice.

Personalmente ho mandato il mio testo a diverse case editrici e tutte mi hanno risposto che erano entusiaste di pubblicare il mio libro, previo contributo economico. Non sto parlando esclusivamente di piccole case editrici! Le cose sono due: o sono un fenomeno, o avevano esclusivamente interesse a guadagnare soldi direttamente dalle tasche dell’autore. E’ per questo motivo che ho deciso di intraprendere la via del Self Publishing. Sono consapevole del fatto che il mio libro, Suicidio Culinario, ha ancora qualche refuso (alcuni orripilanti), che i personaggi magari sono deboli e che la trama potrebbe essere più forte e vi garantisco che le critiche dei lettori sono state molto più utili di quelle degli editori che ho incontrato fino a oggi. In Italia ci sono tantissime piccole case editrici che lavorano con passione e serietà: ma possiamo pensare che siano in grado di valutare tutti i testi che ricevono?

Un autore scrive con la speranza che qualcuno lo legga e non dopo trent’anni di tentativi con le case editrici. E se fosse il momento di rivedere la pesante macchina dell’editoria italiana? E se le case editrici cominciassero a fare scouting anche su internet? All’estero succede!

PS: ho scelto Napoli come città italiana perché se avessi messo Pavia avrebbero aperto questo link il 75% in meno dei lettori.. e anche questo dovrebbe farci pensare!

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E’ online Suicidio Culinario – Io e il mio Pesce Palla: il nuovo e-book di Gioele Urso

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Da qualche tempo ci pensava spesso. Era un’insinuazione che stava invadendo il suo cervello: “Se suicidandomi non posso assicurarmi un posto in Paradiso, tanto vale guadagnarsene uno nei gironi dell’Inferno” – considerava davanti alla tv, poi però non aveva mai avuto il coraggio di farlo. 
Non ci si improvvisa mica. Non è che tra una sigaretta e l’altra fumata sul balcone, si decide di fare un salto giù senza prendere l’ascensore; e neppure si decide di farsi travolgere da un treno durante una passeggiata domenicale lungo i binari della ferrovia.Metodo. Togliersi la vita richiede metodo.

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