E’ stata annunciata oggi dai deputati del Partito Democratico Alessandra Moretti e Francesco Sanna una proposta di legge che mira a difendere il diritto all’oblio in rete prevedendo norme che rendano più “agile e celere” la rimozione dal web di informazioni “lesive della propria dignità” diffuse su qualsiasi rete di comunicazione elettronica.
Nel caso in cui la proposta dovesse diventare legge saranno messe in atto regole più strette per testate giornalistiche, blog e social network. L’ex portavoce di Bersani in sintesi ha spiegato che si tratta di “Un intervento a 360 gradi che tutela anche i minori, sempre più vulnerabili. È un intervento necessario. Ma vorrei precisare una cosa: non c’è alcun bavaglio per la Rete. Anzi, credo che questo testo sia migliorabile, quindi mi piacerebbe aprirlo al contributo dei blogger“. I blogger si preparino dunque a inviare alla deputata i propri suggerimenti, ma non subito perché sul sito della Camera il testo della proposta di legge non è stato ancora caricato.
Ci dobbiamo fidare dei quotidiani dunque, La Stampa riporta: “Il testo è composto da quattro articoli e due sono più o meno simili al testo sulla diffamazione già approvato dalla Camera e ora all’esame del Senato. Ossia niente carcere per i giornalisti e nemmeno per chi viene condannato per diffamazione o ingiuria. Con una novità: in caso di diffamazione, la pubblicazione della rettifica «può assumere causa d’improcedibilità sopravvenuta, che determina la pronuncia di non luogo a procedere». Resta da capire che fine farà il testo in caso di approvazione di quello già in Senato. Chiunque potrà chiedere «l’aggiornamento, la rettifica» o addirittura «la rimozione» delle informazioni che lo riguardano se sono «inesatte, lesive della propria dignità, o anche soltanto non più attuali». Non solo, ci sarà anche la «deindicizzazione», vale a dire l’eliminazione di determinati «post» o articoli dai motori di ricerca. Un aspetto che potrebbe colpire in modo definitivo gli archivi online dei quotidiani, ma anche e soprattutto i tanti blog o le pagine personali dei social network“.
Una cosa è certa: il web necessita di una regolamentazione seria su fonti e diffamazione, ma questo progetto di legge non può risolvere la questione degli insulti online perché in quel caso la faccenda sarebbe molto più complicata rispetto a un semplice articolo pubblicato su un blog. Nel senso: il famoso post di Grillo sulla Boldrini non può essere punito da una proposta di legge perché che ci piaccia oppure no formulare una domanda idiota online (Cosa succederebbe se ti trovasi in macchina la Boldrini?) non è reato.
In ogni caso per dare un giudizio attendiamo il testo del progetto di legge.
@gioeleurso1 – redazione@tempestadicervelli.com
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