Sarà per mentalità o forse per formazione professionale, ma io prima di parlare ascolto e cerco di comprendere, poi medito e infine, se credo di aver qualcosa da dire, esprimo il mio concetto. Purtroppo in un Paese in cui tutti si sentono protagonisti e si credono maestri la dimensione del dialogo e del confronto è andata scemando.
Prima ti giudicano, poi cercano di capire come si manifesta la tua malafede, dopo si risentono, si allarmano, attaccano, insultano, umiliano, provano a indottrinare e si aggrappano agli specchi. Il web è una risorsa se utilizzato come piattaforma di confronto, di approfondimento, di conoscenza, di amicizia, se diventa uno strumento utile ad allacciare rapporti, a fare conoscere il proprio lavoro, a correggere i propri errori, a imparare. Diversamente i social network sono inutili, tutto però dipende da come ognuno di noi utilizza lo strumento.
Non ci sono regole. Ognuno su internet fa quello che crede e come si diceva una volta per la televisione, il telespettatore ha il telecomando in mano e il potere di cambiare canale. Allo stesso modo chi non ama un certo tipo di comunicazione online può benissimo non aggiungere il blog ai preferiti, cancellare dagli amici di facebook e via dicendo.
Ognuno utilizza la rete come meglio crede, in modo superficiale o in modo complesso. Chi giudica un post dal titolo, chi invece lo legge per intero; chi cerca di approfondire il contenuto, chi lo prende per buono; chi condivide tutto, chi non condivide nulla. Sono scelte personali che però indicano la curiosità dell’utente.
Ma la rete è un ring e chiunque, dal più superficiale al più curioso, crede di poter dire quello che vuole. Probabilmente è così perché ci hanno insegnato che il web è democrazia, ma allo stesso tempo non ci hanno detto che la democrazia è educazione, intelligenza e cortesia. Educazione perché il linguaggio è importante e l’insulto mette sempre in una posizione di svantaggio; intelligenza perché approfondire senza pregiudizi quando si è incuriositi e sintomo di apertura mentale culturale; cortesia perché con chiunque in democrazia si deve avere la pazienza di parlare e di spiegare il proprio punto di vista, senza obbligare l’altro a cambiare opinione.
Che si parli di politica, libri, musica, cinema o stupidaggini prima di dire sarebbe meglio ascoltare e cercare di comprendere, poi meditare e infine, se abbiamo qualcosa da dire, esprimere il concetto. Altrimenti si fa solo casino, come quelli che urlano quando tutti gli altri stanno discutendo a bassa voce.
@gioeleurso1 – redazione@tempestadicervelli.com
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Tutti hanno bisogno e voglia di parlare e non sempre hanno la sensibilità di capire se è il luogo o il momento giusto.
Questo succedere nella vita reale e oramai anche nel web.