Suicidio Culiario, il romanzo di Gioele Urso.
Nonostante il titolo del romanzo possa trarre in inganno, Suicidio Culinario è una storia leggera che vive al confine tra l’ironia e la consapevolezza del proprio essere.
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Il protagonista, un ragazzotto torinese, che scambia noia e apatia per una sconfitta personale è fermo nella convinzione di togliersi la vita, ma ogni volta che è sul punto di compiere il gesto estremo, colto dalla paura, rivede sempre i suoi piani. E’ sempre la stessa storia, fino al giorno in cui, facendo zapping in televisione, non si imbatte in una trasmissione di cucina: pochi minuti filtrati da un tubo catodico che saranno in grado di ribaltare il senso del suo essere e i piani della sua esistenza.
“Da qualche tempo ci pensava spesso. Era un’insinuazione che stava invadendo il suo cervello: “Se suicidandomi non posso assicurarmi un posto in Paradiso, tanto vale guadagnarsene uno nei gironi dell’Inferno” – considerava davanti alla tv, poi però non aveva mai avuto il coraggio di farlo.
Non ci si improvvisa mica. Non è che tra una sigaretta e l’altra fumata sul balcone, si decide di fare un salto giù senza prendere l’ascensore; e neppure si decide di farsi travolgere da un treno durante una passeggiata domenicale lungo i binari della ferrovia. Metodo. Togliersi la vita richiede metodo”.
Suicidio Culinario, io e il mio amico Pesce Palla: un centinaio di pagine che oscillano tra il comico, il serio ed il faceto.
@gioeleurso1
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