Bufale, urlacci e social network: ecco perché non è la rete che è cattiva!

Attenti che state guardando al dito e non alla Luna. A cosa mi riferisco? Al dibattito, ormai stopposo e ripetitivo, sulla rete che è cattiva, rancorosa, ignorante e che condivide solo bufale. Ecco, questo è il dito; adesso proviamo a cercare di guardare la Luna. 

Michele Serra su L’Amaca di oggi scrive: “Se i famosi social network sapessero registrare, oltre agli urlacci, anche i silenzi di chi non sa cosa dire e cosa pensare, gli urlatori sarebbero surclassati dagli ammutoliti“. È vero, probabilmente ha ragione, ma il punto non è questo.

Riccardo Luna, il Direttore dell’AGI, in un post pubblicato ieri dal titolo “Se la bufala su Gentiloni fa più condivisioni di Repubblica, Stampa e Corriere il problema siamo noi sostiene che questo è un problema per tutti perché le bufale alimentano odio sociale che rischia di sgretolare la nostra comunità. È vero, probabilmente ha ragione anche lui, ma il punto non è neppure questo.

Da quando i social network sono diventati un fenomeno di massa dalle proporzioni spropositate in tanti hanno cominciato a interessarsi del giro d’affari che possono produrre. Io è da anni che cerco di raccontare il collegamento che esiste tra informazione e social network, e tra social network e mercato. Non è più solo il Movimento 5 Stelle a sfruttare il mondo social per fare propaganda, lo stesso Renzi ha costruito il suo impero politico a colpi di tweet. Ma il punto non è neppure questo.

La propaganda da sempre sfrutta le debolezze e le paure della società per creare consenso. È vero dunque che ad alcuni la rete appare cattiva, rancorosa, ignorante e che condivide solo bufale, ma è anche vero che non siamo davanti a un comportamento nuovo perché la popolazione, soprattutto la fascia debole, nei periodi di sofferenza ha sempre urlato contro i Governi. La differenza è che adesso lo fa dalla propria scrivania e senza scendere in piazza.

Secondo Michele Serra i silenzi degli ammutoliti sono dovuti al fatto che non sanno cosa dire e cosa pensare, credo che abbia ragione. Solitamente urla più forte chi ha più ragioni per farlo, ed è questo il punto. 

Il problema non sono i social network; il problema è tutto politico. La propaganda non troverebbe terreno fertile se qualcuno avesse pensato alla fascia debole della popolazione, e credere che la colpa sia di chi condivide bufale sui social non è la soluzione, ma parte del problema.

Quindi ok la comunicazione, vanno bene i 1.000 giorni più belli della storia d’Italia, ma poi agenda del Governo alla mano si capisca dove non si è fatto abbastanza per le politiche sociali e si agisca. Garantisco io che più l’azione politica e amministrativa sarà forte, meno saranno le condivisioni di bufale.

Ecco, la Luna è il disagio sociale, mentre il dito sono le condivisioni sui social network!

È importante che tu condivida questo articolo e qui ti spiego il motivo!

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1 commento su “Bufale, urlacci e social network: ecco perché non è la rete che è cattiva!”

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