Parlando da lettori, il vostro 2019 che anno è stato? Il mio è stato un anno di studio, riscoperta e conferma. Trecentosessantacinque giorni durante i quali mi sono fatto coccolare dai miei scrittori preferiti, ma non solo. Sì, perché dopo anni rinchiuso dentro la letteratura di genere ho rimesso il naso fuori dalla mia tana e ho riscoperto il piacere di leggere altro.
Questa mattina ho guardato con attenzione i libri che ho letto nel 2019 e ho fatto una piccola selezione di quelli che mi hanno colpito di più e che voglio consigliarvi di leggere.
M di Antonio Scurati è un libro che è arrivato nella mia vita all’indomani di uno dei periodi lavorativi più impegnativi degli ultimi anni, la campagna elettorale per le elezioni europee del 2019. Quelli sono stati mesi durante i quali leggere un romanzo è stato un lusso e una volontà ben precisa. È forse per questo che, una volta terminato l’impegno professionale, mi sono immerso in un romanzo tanto corposo sia dal punto di vista delle pagine, sia dal punto di vista del contenuto. Il libro non ha bisogno di presentazioni, è la storia romanzata dell’ascesa di Benito Mussolini. Si legge con piacere.
Pet Sematary di Stephen King l’ho letto subito dopo Scurati. Stephen King per me è come un carissimo amico, quando ho bisogno di qualcosa di familiare leggo un suo romanzo e ogni volta mi stupisco di quanto sia geniale. Adesso per esempio sto leggendo The Outsider (me lo regalarono per il compleanno) e lo trovo stupendo. Di Pet Sematary vi parlai in un post su Tempesta di Cervelli. Cosa mi ha lasciato questo libro? Quel che mi lascia ogni libro del Re, la voglia di guardare il mondo da un punto di vista estremo e ai confini della realtà.
Mio padre è un pornografo di Chris Offutt è un libro che ho acquistato per caso girovagando tra le bancarelle del Salone del Libro di Torino. Si tratta di una biografia e come si deduce facilmente dal titolo il figlio racconta della mania del padre per la letteratura porno. Padre e figlio entrambi scrittori. Il padre scrivendo centinaia di libri porno ha mantenuto la famiglia. Questo libro l’ho letto durante le brevi pause del viaggio che ho fatto a Istanbul.
Un uomo una città – Il commissario di Torino di Riccardo Marcato e Piero Novelli è un romanzo che ho conosciuto grazie all’edizione curata da Alessandro Rota che, oltre a contenere il romanzo, contiene pure una presentazione del film che ne trassero. A parlarmene fu Alessandro Gaido, direttore artistico di Movie Tellers, durante una presentazione dei nostri libri. Si tratta di un romanzo giallo delicato, affascinante, a tratti divertente. Viene descritta una Torino, quella degli anni ’70 che non c’è più.
Assassinio al Comitato centrale di Manuel Vazquez Montalban è stato un regalo della mia compagna. Non avevo mai letto nulla di Montalban, poi è morto Camilleri e ho deciso di leggere qualcosa di Montalban. Il motivo ve l’ho spiegato qua. Di Montalban quest’anno ne ho letti due, e questo romanzo è un piccolo capolavoro perché, oltre a essere un gioiellino del genere, è anche un piccolo riassunto storico.
La partita di Piero Trellini e molto probabilmente il libro che in questo 2019 ho amato di più. Subito dietro di qualche millimetro M di Scurati. Di questo libro ho parlato in questo post. Anche questo è un docu-libro, i fatti narrati sono veri ma romanzati. Si legge in un attimo, io l’ho letto durante la mia gita a Parma e Bologna. È evidente che lo potrà amare di più chi ama le storie di sport.
L’ultimo libro che vi segnalo è Il forte del suicidio di Gordon D. Shirreffs. Non lo faccio perché sia un capolavoro, ma lo faccio perché credo che sia utile confrontarsi con libri di genere vario. Questo vale soprattutto per chi ama scrivere, oltre che leggere. Questo libro l’ho comprato al Balon a Porta Palazzo, c’era una bancarella piena di libri western e io mi sono accorto in quel momento che non avevo mai letto un libro western. Ho scelto alla veloce, ma ho scelto bene.
E adesso, visto che sono un piccolo infame, qui al fondo vi infilo i miei buoni propositi per il 2020. Tiè. Il 2020 lo vedo come un anno di transizione. Inizia dal primo gennaio la metamorfosi kafkiana (ah, nel 2019 ho letto anche America di Kafka e all’ultimo minuto lo inserisco tra i libri che vi consiglio) che dovrà portare a nuove avventure, stimoli e viaggi (reali, mentali e progettuali).
Il mio buon proposito per il 2020 è quello di scrivere di più e meglio. Non parlo solo di narrativa, ma anche di progetti e bozze di idee. C’è una parte di me stesso che in questo decennio che si conclude questa sera ho trascurato un po’, quella autoriale. Se fino al 2010 ho scritto tanto (programmi, racconti, corti e progetti), negli ultimi dieci anni l’ho fatto meno.
Dal 2020 voglio tornare a farlo. Qualcuno dirà, ma hai scritto un libro e uno lo stai finendo. Sì, è vero, ma intendo una cosa diversa. Voglio tornare a farlo in modo continuativo, con metodo e progettualità. Quindi da gennaio aspettatevi tante nuove storie e sotto forme differenti.
Buon anno cari amici miei!
Se mi vuoi scrivere: gioele.urso@gmail.com
Per saperne di più sul mio libro “Le colpe del nero”: https://lecolpedelnero.com/di-cosa-parla-le-colpe-del-nero/
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