Carlo Giuliani, il sindacato di Polizia volantina contro di lui nell’anniversario della sua morte

Non si può pretendere di far passare Carlo Giuliani come un esempio da imitare!!” – così sui volantini che distribuiva ieri a Torino il Coordinamento per l’indipendenza sindacale delle forze di Polizia. Nella giornata in cui cadeva il quattordicesimo anniversario della morte di Carlo Giuliani (20 luglio 2001) il COISP si è dato un gran da fare in tutta Italia per ricordare che quel 23enne:

  • “si prodigava insieme ad altri ad attentare alla vita di alcuni carabinieri”
  • “il suo tentativo di uccidere un carabiniere lanciandogli addosso un estintore si è rivelato fatale per lui stesso tant’è che è rimasto ucciso da un colpo d’arma da fuoco esploso dalla pistola di quel carabiniere che aveva così gravemente minacciato di morte”
  • che “il Comune di Genova fortemente stimolato da taluni poteri politici e da una certa società ha deciso di posizionare un monumento nella piazza Alimonda in memoria di Carlo Giuliani, così avvallando (si scrive avallando, non avvallando.. almeno controllare su google..) il ragionamento in base al quale merita un tributo chi si comporta contro le regole di uno Stato democratico”

Ovviamente il COISP non ha minimamente fatto cenno alle violenze della scuola Diaz e neppure alle torture di Bolzaneto, ma evidentemente sarà stata una dimenticanza. E il Coordinamento per l’indipendenza sindacale delle forze di Polizia non ha neppure citato i gravissimi errori che furono commessi all’epoca nella gestione della piazza, ma di questo abbiamo spesso parlato e non lo voglio fare oggi.

Oggi mi voglio concentrare sulla parte più importante della storia: stiano tranquilli Carlo Giuliani non sarà mai descritto come un eroe perché non era un eroe; Carlo Giuliani è un simbolo. È il simbolo di quanto lo Stato possa essere pericoloso se messo tra le mani di incapaci e di quanto, a distanza di anni, possano essere ottusi i suoi rappresentanti.

La Polizia, come tutte le forze dell’ordine, dovrebbe mantenere equilibrio nel commentare episodi del genere. La Polizia non dovrebbe applaudire chi è accusato di aver pestato fino a uccidere un ragazzo dentro le stanze di una caserma.

Carlo Giuliani è un simbolo come lo è Stefano Cucchi o Federico Aldrovandi. Ragazzi che hanno dovuto fare i conti con l’incapacità dello Stato di proteggere i propri cittadini. E se a distanza di 14 anni ci sono ancora persone che ricordano la morte di Carlo Giuliani e le violenze della Diaz e di Bolzaneto, vuol dire che la ferita ancora brucia. E se qualcuno sente l’esigenza di volantinare in tutta Italia dicendo che quel ragazzo era un potenziale assassino, vuol dire che le conseguenze di quei fatti creano loro ancora disagio e fanno paura.

Non voglio andare oltre: Carlo Giuliani non era un eroe e neppure un santo, ma deve essere ricordato perché è la traccia degli errori che può commettere lo Stato quando crede di non essere punibile. L’impunità di Stato non deve esistere.

Twitter: @gioeleurso1

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