In quale modo il giornalismo digitale sta rivoluzionando il mondo dell’informazione? La Repubblica ha riproposto oggi un lungo articolo di John Lloyd nel quale vengono descritte le cinque leggi che stanno cambiando le regole del gioco.
Sono diversi gli aspetti interessanti che vengono descritti, ma tre sono degni di approfondimento: la rete distrugge il business su cui si basa il giornalismo; il giornalismo non detiene più il monopolio sulle notizie perché ci sono anche i social network e i cittadini reporter; la rete ha reso più accessibili, più rapidamente che mai, articoli e informazioni di ogni tipo.
Il mercato pubblicitario è stato messo in grossa difficoltà dall’avvento dell’online: sono crollate le vendite delle copie cartacee dei quotidiani, è crollato il valore economico delle inserzioni e di conseguenza è crollato anche il livello occupazionale del settore. Non solo, perché con l’avvento dei social network chiunque può postare notizie e di conseguenza le testate giornalistiche hanno dovuto rafforzare la loro presenza su Twitter e Facebook (tanto per citare i più prestigiosi), ma non riescono a guadagnare da questa presenza se non rimandando gli utenti sul proprio sito internet.
Guadagnare su internet, compito non facile. Un esempio? Una testata giornalistica che carica direttamente i video sulla propria pagina Facebook rafforza il proprio marchio, ma come fa a reindirizzare il traffico sul sito internet? Oppure, nel caso in cui due giornalisti fossero mandati a fare un live streaming di una manifestazione con il nuovissimo Periscope quale sarebbe il guadagno della testata? Negli Stati Uniti hanno capito che il problema esiste e che si deve scendere a patti con le aziende che fanno capo ai social, vedi accordo tra Facebook e The New York Times, ma in Europa siamo ancora indietro.
Il giornalismo tradizionale, ma anche quello digitale, dovrà dunque fare i conti con il vil denaro e decidere se mettersi nelle mani di Zuckerberg e compagnia bella o se sperimentare, ristudiarsi e rivoluzionarsi. John Lloyd chiude il pezzo riproposto da La Repubblica affermando che “Disponiamo di una scelta mai avuta prima. La sfida per il giornalismo e di conservarla e approfondirla, guadagnandosi ancora da vivere“. Come? Non tutto quel che viene offerto da internet è informazione. Il ruolo del giornalista è quello di mediazione e il giornalismo dovrebbe tenersi ben stretta questa funzione sfruttando tutte le potenzialità della rete e utilizzando i social per quel che sono senza forzarli.
Differenziare i contenuti potrebbe essere la via da seguire: contenuti adatti per i social a seconda della piattaforma utilizzata; contenuti adatti per il proprio sito internet; contenuti adatti per il cartaceo, per tv o radio. La strada da percorrere è in salita e il primo passo e ammattere che non tutti sanno fare tutto. Esistono figure specializzate che lavora sul web, sui social media e sul giornalismo digitale ed è su queste che si deve investire. Io credo che si possa guadagnare con il giornalismo digitale solo puntando sulla qualità.
Twitter: @gioeleurso1
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