«Il signore di prima probabilmente le ha detto chi sono io», a parlare è Cosimo Pinto. Siamo seduti uno di fronte all’altro, ci conosciamo da meno di quindici minuti e in quella breve frazione di tempo nessuno dei due aveva osato toccare il discorso.
L’uomo, 77 anni ben portati, capelli bianchi e alto alcune spanne più di me, si era avvicinato a passo lento a me e al mio interlocutore quando aveva capito che stessimo parlando di lui. «Vede che non le avevo mentito?», domanda al signore l’uomo con il quale stavo parlando. Pinto bofonchia una risposta e lascia spazio alla conversazione che io e l’altro già stavamo chiacchierando.
Pinto sa che io so, ma non dice nulla fino a quando, dopo esserci seduti, restiamo soli: «Io ho vinto in Giappone le Olimpiadi di pugilato nel 1964». Categoria mediomassimi. «Il suo telefono va su internet?», mi domanda. «Sì», gli dico io e lui mi dice di andare su Youtube e con orgoglio mi fa vedere un minuto e tredici secondi della finale che ha vinto e visto a ripetizione: «Conosco a memoria ogni singolo movimento di quell’incontro». Quattro anni prima quel titolo lo aveva vinto Muhammad Alì alle Olimpiadi di Roma.
Poi mi racconta tutta la sua vita, la decisione di non intraprendere l’attività da professionista per prediligere una carriera in banca più sicura; l’incidente in automobile che gli costò quasi la mano sinistra; che spesso torna ad ammirare la sua medaglia in banca dove la custodisce; il sogno di poter tornare l’anno prossimo in Giappone in occasione delle Olimpiadi come ospite del CONI.
È orgoglioso quando mi dice che è stato il primo campione olimpico di Novara ed è orgoglioso anche quando mi snocciola i nomi degli altri quattro campioni che sono arrivati in città dopo di lui. Cosimo Pinto è lontano anni luce dal prototipo del campione dei nostri tempi, lui è, sì un vincente, ma un uomo consapevole di quella che è stata la sua forza e senza nessuna necessità di dimostrarla a nessuno.
Figlio di un mondo dello sport, quello di un tempo, che metteva davanti a tutto la passione, il sacrificio e i risultati.
Se mi vuoi scrivere: gioele.urso@gmail.com