Quando ho cominciato a scrivere “Le colpe del nero” avevo un solo obiettivo: far conoscere al lettore il Centro di Identificazione ed Espulsione di Torino. Arrivavo da anni in cui più e più volte avevo visitato quella struttura e contribuito a denunciare quelle che giudicavo fossero le contraddizioni di quel posto.
Quando mi misi a scrivere “Le colpe del nero” lo feci con la consapevolezza che gli strumenti della narrazione e del noir fossero il mezzo adatto, e necessario, per poter permettere al mio messaggio di raggiungere il maggior numero di persone.
Oggi, grazie alla Libreria Belgravia, posso dire di aver raggiunto l’obiettivo che mi ero posto quando ho cominciato a scrivere “Le colpe del nero”. Perché? Perché è grazie a Luca Nicolotti di Belgravia se ho potuto parlare del mio libro e soprattutto del CIE davanti a 5 classi dell’Istituto Superiore Santorre di Santarosa di Torino.
È stata un’esperienza bella e particolare. Bella perché ho percepito in modo netto l’interesse degli studenti; particolare perché era la mia prima volta davanti a un pubblico così giovane. Luca Nicolotti mi ha aiutato leggendo alcuni brani del libro.
Un grazie sentito alle insegnanti che ci hanno aiutato a stimolare la discussione e ad aprire il confronto con i ragazzi. Con loro abbiamo parlato del CIE, di immigrazione, di politica, ma anche di scrittura e di social. Ai ragazzi l’ho detto in modo chiaro: io non sono uno scrittore, sono prima di tutto un giornalista che ama raccontare i fatti e la narrazione è uno strumento che utilizzo per far conoscere a chi vuole leggere i miei scritti aspetti della realtà che meriterebbero maggiore attenzione.
Se mi vuoi scrivere: gioele.urso@gmail.com
Per saperne di più su “Le colpe del nero”: https://lecolpedelnero.com/di-cosa-parla-le-colpe-del-nero/
Per acquistarlo: https://www.ibs.it/colpe-del-nero-libro-gioele-urso/e/9788877073754