Se la politica in Italia non se la passa bene, chi dovrebbe fare informazione politica non se la passa sicuramente meglio. In calo la fiducia che gli italiani ripongono nei telegiornali, ma la televisione mantiene pressocché inalterato il suo dominio sugli altri media, un po’ come i quotidiani; web e radio crescono quasi di pari passo; male Servizio Pubblico; Striscia la Notizia meglio di Che Tempo che fa, ma Le Iene sono le uniche che crescono.
A diffondere i dati che dovrebbero tracciare una fotografia del gradimento che gli italiani ripongono sul sistema dell’informazione politica nel nostro Paese è Demos e lo scenario che viene delineato è indubbiamente di interesse.
La Televisione rimane il mezzo di comunicazione che occupa il posto più importante nel cuore degli italiani: l’80% degli intervistati ammette infatti di utilizzarla tutti i giorni, percentuale invariata rispetto all’anno precedente (80.3%); al secondo posto si posiziona il web con il 46.9%, in forte crescita se si confrontano i dati del 2012 quando la rilevazione segnava 40,4%, del 2011 (38,7%) e del 2007 (24,8%); dopo un 2012 in forte calo scocca invece nuovamente la passione tra gli italiani e la radio, il mezzo più antico del panorama italiano nel 2013 segna un gradimento del 39,5%, di poco inferiore a quello registrato nel 2007 (41.1%) e ben lontano dal 33,9% del 2012; la fiducia nei quotidiani che è al 25,4% rimane inalterata rispetto al 2012, ma in evidente calo rispetto al 2007 (30,2%).
Parliamo di fiducia e telegiornali, a reggere il confronto con i telespettatori sono solo i canali all news: benissimo RaiNews24 che chiude l’anno con un +5,4%; molto bene anche SkyTg24 che segna un attivo di 1,7%. Malissimo tutti gli altri: Radio Rai -8,1%; Tg5 -6.8%; Tg2 -6,2%; Tg3 -5,7%; Tg4 -5,6%; Tg1 -3,9%; Studio Aperto -2,5%; La7 -1,4%. Dati che in certi casi hanno pure una valenza politica: barcolla il Tg3, la fortezza del centrosinistra, che perde letespettatori molto probabilmente a favore di La7 che limita i danni.
Aria di Caporetto per quanto riguarda i programmi di approfondimento e inchiesta: bene Report e Piazza Pulita che guadagnano rispetto all’anno precedente, il primo passa da un 46% al 49,2%, mentre il secondo cresce di 5,5 punti percentuali (da 23,9% a 29,4%); male tutti gli altri (Ballarò, Servizio Pubblico, Otto e Mezzo, Porta a Porta e In 1/2 Ora) che perdono tra il 4% e il 5%. Anche in questo caso il messaggio è chiaro: meno parole e più inchiesta.
Infine Pop-Talk e programmi satirici: la notizia è che Striscia la Notizia ha ancora il primato della fiducia degli italiani, ma Che Tempo che fa è ormai ad un soffio. Il programma di Antonio Ricci è passato da un 61,8% del 2012 ad un 53,9% di quest’anno, ma è comunque davanti a quello di Fabio Fazio che si ferma ad un 52,5%. Alle spalle di tutti Le Iene con un 51,3%, ma questa è l’unica trasmissione che cresce rispetto all’anno precedente.
Gli italiani dunque non si fidano dell’informazione, ma fanno ancora affidamento nella TV; si affidano a TG, talk o programmi satirici che reputano credibili e che privilegiano la cronaca politica o l’inchiesta rispetto all’approfondimento: che sia l’inizio della fine di un certo tipo di informazione?
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