Una comunicazione corretta è sinonimo di libertà!

La realtà è differente da quella che vi stanno raccontando, ma tutte le bugie delle quali siete tempestati rischiano di modificare tragicamente la società dentro la quale viviamo. Io ho un grande privilegio che è dato dal lavoro che svolgo, il privilegio del quale godo è quello di poter vedere (e lo dico senza alcuna arroganza) le cose alla radice e di avere a disposizione tutti gli strumenti necessari per interpretare i fatti che mi accadono intorno.

Con gli occhi del giornalista ho osservato la comunità musulmana di Torino che si riuniva per festeggiare venerdì 1 settembre la Festa del sacrificio. Non conosco nel dettaglio il significato di questa celebrazione e non è l’aspetto religioso quello che mi interessa. La religione è un ambito che non tiene conto dei fatti e per questo ha smesso di interessarmi molto tempo fa.

In compenso però ho visto una comunità, quella musulmana, unita che cerca di dialogare con quella che l’ha accolta. La guardo con gli occhi del giornalista e del comunicatore. In primo luogo hanno avviato un dialogo con le istituzioni del territorio e tessono relazioni. È questo il modo giusto di costruire una società multietnica.

Producono una comunicazione specifica per la loro comunità. È una comunicazione inclusiva perché tiene conto anche delle voci di chi non fa parte della comunità ed è utile a informare chi ne fa parte. Un esempio è Bridge media tv: https://www.facebook.com/BridgeMediaTv/. Questo è un passaggio fondamentale perché senza cultura e senza informazione corretta una persona non può essere veramente libera.

L’ignoranza rende prigionieri perché chi è ignorante è schiavo di chi lo inonda di informazioni false che non può interpretare correttamente perché non ha gli strumenti utili per farlo.

E poi ho visto il colore: i banchetti che vendevano la menta per preparare l’infuso da bere; gli stand della compagnia telefonica di riferimento per la comunità utile a farli rimanere in contatto con i Paesi di origine; i loro giovani che sono sorprendentemente uguali ai nostri giovani.

Io, come dicevo all’inizio, sono andato per lavoro e di seguito vi posto il video dell’intervento di Monica Cerutti, assessora all’Immigrazione della Regione Piemonte, alla quale curo la comunicazione.

È importante che tu condivida questo articolo e qui ti spiego il motivo!

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